lunedì 9 dicembre 2013

Un problema di meccanica







Il giorno seguente l'apparizione dello strano "messaggero" alle porte della brigata Libertè , il gruppo viene di nuovo suddiviso in due team differenti.

Il Team Alpha, formato da Armand, Liz , Gilbert e  Marc viene convocato alla Brigata Robespierre per fornire spiegazioni sull'accaduto dei giorni precedenti.

Il Team Bravo, formato da me (Ray) , Jonathan e Frank viene mandato fuori Parigi in soccorso della brigata egalitè, che sembra abbiano recuperato un carro armato da sistemare.

Così a causa delle abilità meccaniche del buon Jonathan, io e Frank veniamo spediti fuori città per insieme all'atipico meccanico a riparare un fottutissimo carro armato che potrebbe risultarci utile nella guerra contro i stramaledetti mangia crauti.
Ahhh che bella giornata del cazzo !!!

Anche un pò seccati per il poco riposo , che ci eravamo meritati, ma sempre contenti di poter andare a fare un giro fuori porta , montiamo sul camion della brigata, non prima di aver controllato l'equipaggiamento.

Da par mio è sempre una gioia portarsi dietro una sputa noccioli , non sarà la mia vecchia Betty , ma è pur sempre un gran bel gingillo quello che riesco a prendere in prestito in fureria.
Non posso nascondere  che il rumore del piombo rovente e della polvere da sparo dei giorni prima mi aveva letteralmente ingolosito, e per questo avevo un sorriso ebete stampato sulla faccia come un bambinetto del cazzo , il giorno del compleanno di Gesù Cristo.

A seguito della consueta revisione del mezzo da parte di Jonathan , dopo aver acceso uno degli ultimi cubani rimastomi e dopo che uno stralunato Frank ha posato il suo deretano molliccio sul sedile posteriore del camion, metto in moto e parto come se dovessimo arrivare in tempo per una cena della famigerata nonna Fínola. Pace all'anima sua ed alle sue precisissime e dolorosissime cucchiarellate sulle mani. Caspita penso proprio che alla brigata sarebbe stata più utile in prima linea che ai fornelli con quella cucciarella di legno di ulivo...

Il viaggio è stato tutto sommato tranquillo a parte , qualche morto in lontananza ed il consueto posto di blocco poco prima di arrivare alla brigata , che per altro ci ha fatto riflettere sul perchè la nostra ne sia sprovvista, pur essendo dentro Parigi.

Arrivati alla Egalitè , veniamo ospitati all'interno del capannone che in effetti funziona da autorimessa, ed alloggio della brigata stessa. All'interno imponenti si stagliano le figure di due "Sherman" , uno piuttosto malconcio l'altro tirato a lucido ed in perfette condizioni.

Con un insolito bagliore negli occhi vedo Jonathan fiondarsi sull' M4 per constatarne le condizioni, scorgo nel suo sguardo una certa eccitazione nel poter rimettere letteralmente le mani su quell'ammasso di ferraglia. Al contrario la mia attenzione si rivolge a quella bellezza montata sulla parte superiore del carro.

Mitragliatrice Browning M2HB .50 cal , 300 colpi sparati ad una velocità inaudita, poco precisa ma decisamente letale. Constatando lo stato di usura della mitragliatrice , sento una voce , non del tutto nuova provenire dal fondo del capannone. Girandomi scopro che si tratta di uno scozzese di cui a fatica ricordo il nome , conosciuto qualche tempo prima , al tempo del servizio nella RAF.
Il nome non mi è ben ciaro ma ricordo le sue spacconerie e dei suoi modi non del tutto ortodossi, ma deciso a non serbare rancore , scendo e gli stringo la mano, dovendo ancora una volta inghiottire il suo vomitevole alito di denti fradici e le sue mezze frasi ironiche , tipiche di una vecchia isterica a digiuno di sesso da anni.

Mentre io e Jonathan siamo occupati nei convenevoli , Frank si allontana vagando come un pazzo in giro per il capannone, con lo sguardo assente ed il suo incedere ciondolante tipico. Rimamgo basito ma alla fine son fatti suoi, purchè non impazzisca del tutto e non mi spari sulle dannate chiappe.

Scopriamo che lo Sherman malconcio è stato recuperato dalla ronda di pattuglia e che "appartiene" a tre cacciatori di morti che se ne sono appropriati, prendendolo in prestito dallo Zio Sam. Per la precisione un gigante di colore di chiari origini francesi, un americano,  e quel poco di buono dello scozzese.

A sera mentre Jonathan era intento a visionare il mezzo , cercando con quei pochi pezzi di ricambio disponibili di sistemarlo in modo che sia almeno presentabile, e redigendo una lista per i pezzi da recuperare in giro e sostituire in seguito, mi ritrovo mio malgrado a "collocquiare" con i gentili signori di cui sopra.

Assaggiando del buon distillato di prugna , non al livello del buon vecchio Connemara, ma pur sempre meglio di quello sciacquabudella che di solito ci viene propinato al fronte, mi siedo intorno al bivacco, capeggiato dai tre cacciatori di morti.

Lo scozzese , figlio del popolo che si vanta di regger bene l' alchool, come suo solito si lascia sfuggire frasi che da sobrio non avrebbe mai avuto il coraggio di proferire, e così ci racconta dei suoi trascorsi di dubbia moralità tra le fila del Governo di Vichy e di come senza pensarci due volte si schierò in seguito con la fazione che più gli garantiva un pasto caldo ed un ottimo rendimento.
Pur essendo disgustato dall'individuo, che oltre a puzzare come una capra in decomposizione, non mostrava il minimo rimorso per le sue scelte "politiche", decisi di soprassedere per il buon quieto vivere e perchè ero comunque un ospite della brigata.
Più che altro per non rischiare di prendere in testa e quindi far sprecare a Chef un ottima bottiglia di Bourgogne.

Man a mano che il tasso alcolemico si alzava , lo scozzese perdeva la mai avuta aplomb, iniziando man mano ad insultare chi aveva a tiro ed in particolar modo le mie origini irlandesi. Con un estrema freddezza e calma , avendo anche io bevuto abbastanza, desisto dallo spaccargli la faccia, facendogli notare , nel tentativo di richiamarlo all'ordine, che nel mio sangue scorre anche del "ribollente" sangue italiano.

Al contrario al sentir tali mie parole lo scozzese , inveisce contro italiani ed irlandesi , mostrando la sua proverbiale maleducazione e razzismo. La misura era colma , ma la mia razionalità rimase impeccabile e per non creare una bagarre , mi alzo in piedi e lo sfido ad un duello da boxeur.

Mostrando a tutti la sua scorrettezza e poca signorilità , lancia una bottiglia che mi ferisce ad una spalla, a quel punto scatta , la più classica delle risse da bar. Tra sedie che volano e colpi proibiti, vengo quasi accerchiato dai tre loschi figuri, per fortuna Jonathan ed un partigiano francese intervengono affinchè vi sia uno scontro uno contro uno tra me e lo scozzese.

Sfortunatamente lo scozzese riesce ad avere la meglio , pur beccandosi una bottigliata in ventre ed un paio di ceffoni , purtroppo non ben assestati al pari del suo gancio che mi colpisce esattamente sotto al mento. Devo concedergli una abilità nelle risse che a me manca, dote per altro non essenziale per un mitragliere di professione. Gli astanti del bivacco intervengono e sedano la rissa, non dopo che parecchi ceffoni sono volati, sopratutto il partigiano francese si scopre essere un ottimo giocatore di Rugby, probabilmente un pilone vista la sua stazza.

Il comandante della brigata Egalitè, interviene a cose fatte , mi chiede spiegazioni sull'accaduto, messo al corrente delle dichiarazioni dello scozzese, chiramente un voltagabbana della peggior specie, ordina ai suoi uomini di portare nei piani inferiori i tre cacciatori di uomini. Cosa sia successo a quelle persone lo ignoro, ma immagino che gli sia stato reso almeno il giusto che meritavano.

A sera conclusasi l'ispezione e la riparazione del carro armato, riprendiamo la via di casa, per ringraziarci dell'aiuto il capo meccanico della brigata ci fornisce le coordinate dove trovare del "buon" vino, a suo dire. Arrivati sul posto scopriamo una cassa contenente alcune bottiglie di Bordeaux , che decidiamo di consegnare a Chef, ed alcuni attrezzi vari.

A notte rientriamo alla brigata Libertè.

Dal diario di :
Ray "Raynold" Malone




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