mercoledì 4 dicembre 2013

Un letto troppo fragile






previously on Inquisitori...

Scorre felice l'infanzia dei fratelli Nilisir ed Eruin che nel villaggio di Vallidol trascorrono una felice giornata con la loro famiglia. La madre è gnocca ed il padre confeziona regali, ma il destino di questi elfi attende di svelarsi nel prossimo futuro...
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Nel villaggio di Vallidol tutto sembra immutato: rispetto agli umani, per gli Elfi è sempre stato più facile fare i conti col lo scorrere impietoso del tempo. Le notizie che si apprendono dall'Impero, per quanto inquietanti, restano sospese nell'aria come il pulviscolo che scorre davanti agli occhi di chi in Primavera voglia godere di un riposo pomeridiano, nella quiete di una radura remota.



I bimbi continuano ad affollare le piazze ed i vicoli del villaggio e si ripetono tra le risa i giochi, gli inseguimenti ed il consueto balletto di sguardi e scherzi che caratterizza la formazione di ogni cucciolo elfico. Ma nella folla, tra quei bambini, da qualche anno non si sentono più correre e gridare Nilisir ed Eruin, già da tempo lontani dai momenti della loro spensierata infanzia.

I doveri ai quali un elfo è legato nelle varie fasi della sua educazione, costringono i due giovani ad interminabili ore di studio ed esercitazioni nelle pratiche che contraddistinguono da sempre l'eccellenza del popolo elfico. Comprendere la vita, il tempo e la natura della magia significa comprendere appieno anche i segreti del mondo al quale ogni forma di energia - magica e non - viene attinta.

Di qui lo studio della geografia, della storia dei luoghi, la necessità di sottoporsi alle prime esperienze di meditazione, la scoperta dei rimedi medicali naturali, degli habitat più remoti e delle forme di comunicazione, l'analisi dei principi della magia e la conoscenza dai limiti oltre i quali Potere muta in Caos, diventano aspetti imprescindibili della crescita di un adolescente.

Nel mondo degli umani le cose vanno in modo diverso: ogni uomo viene indirizzato - nella sua breve vita - ad una particolare occupazione o mestiere. Per gli Elfi è importante invece che ogni individuo abbia la possibilità di orientare in modo autonomo il proprio cammino di esistenza e lo studio di ogni nozione e disciplina è la chiave per l'accesso a tale libertà.

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Le cose sono cambiate: Nilisir - un tempo quasi paffuto ed impacciato (caratteristiche non proprio comuni per un elfo) - ora è agile come un guerriero, anche se nella sua corporatura non si scorge alcun segno della possenza che i guerrieri più potenti finiscono con l'assumere dopo anni di allenamento. La sua figura è slanciata, il suo portamento composto ma sbrigativo, come di una persona che abbia sempre qualcosa da fare ed abbia necessità di concludere in fretta.

Galdor - l'amorevole padre dei ragazzi - è da poco entrato a far parte del consiglio del villaggio, incarico di grande prestigio, di durata quinquennale, affidato solo a coloro che nella comunità sono riusciti a guadagnare stima e rispetto dei compagni: viaggia alla volta della Capitale elfica come rappresentante della sua comunità, per l'incontro semestrale con i rappresentanti degli altri villaggi del regno.

Sono giorni che Nilisir resta chiuso nella sua stanza e quando ne esce appare riflessivo, distante, scontroso ed irascibile. Tutto è iniziato dopo una lunga passeggiata del ragazzo nelle foreste, necessaria a raccogliere materiale per i suoi studi di erboristeria.

Al ritorno Eruin aveva notato un qualche cambiamento, ma li per li non aveva pensato di dover dare importanza a questa sua impressione: con il padre lontano e la madre Galathea più che indaffarata a tener testa agli impegni della famiglia, nessuno sembrava volersi occupare degli umori mutevoli di quel adolescente di buoni principi che Nilisir aveva sempre dimostrato di essere.

Ma ad Eruin la cosa non andava giù. Un pomeriggio in cui erano soli in casa, volendo scherzare come era solito fare con il fratello, si ritrovò ad entrare di soprassalto nella stanza di Nilisir pronto a distoglierlo dagli studi, ma trovando invece qualcosa di sorprendente. Nilisir era disteso in terra, accanto al letto, privo di sensi, il volto cinereo tanto che le labbra sembravano essere quasi nere sul contrasto.

Preso dal panico Eruin corse verso il fratello, finendo nella foga con l'inciampare su un fagotto posto vicino alla mano sinistra del ragazzo. Superato l'ostacolo Eruin dispose Nilisir sul letto, iniziando a schiaffeggiarlo leggermente, ripetendo il suo nome senza ottenere risposte.

Era ormai nel panico più totale quando sul volto di Nilisir iniziò a riapparire una parvenza di colore su quel bianco mortale.

"Nilisir, fratello mio: cosa è successo!"
"Mh, Eruin, deve essere stato un malore, non ricord... niente, non è niente: ora mi passa!"
"Ti ho trovato riverso al suolo, bianco in volto, non respiravi."
"Fratello, non preoccuparti, ho solo bisogno di un po d'acqua per riprendermi."

Ed in quel momento il fagotto poggiato in terra tornò alla mente di Eruin che, con un movimento disinvolto, si piegò a raccogliere l'oggetto. Si trattava di un plico raccolto in una pelle di un qualche animale esotico, di colore scuro, ripiegata a rombo su un oggetto che poteva essere un libro di piccole dimensioni. Li vicino giaceva uno spago, probabilmente utilizzato per rilegare il plico, anche se il fratello non aveva fatto in tempo a ripristinare l'involucro prima di perdere i sensi.

Eruin iniziò ad aprire il plico mentre il fratello aveva ancora difficoltà a mettere a fuoco la stanza, piegato verso li comodino alla ricerca del bicchiere e della brocca con l'acqua: aperta la copertura in pelle, all'interno vennero rivelate alcune pagine di un libro, prive ormai di qualsivoglia forma di rilegatura, poggiate quasi in modo scomposto le une sulle altre come se fossero state messe via in tutta fretta.

Nilisir tornò a rivolgere la sua attenzione al fratello e dalla sua bocca quasi sfuggì un urlo:

"Eruin, metti via quella roba. Non ti riguarda!"
"Fratello, dove hai preso questi appunti?", osservò Eruin notando iscrizioni familiari sui bordi delle pagine ingiallite dal tempo.
"Non ti riguarda, metti via il plico: può essere molto pericoloso!"
"NO, non intendo mettere via questa roba. Ho appena trovato mio fratello svenuto nella sua stanza con un libro che riporta delle annotazioni sui venti magici e sulle iterazioni tra di essi, un libro sul quale ci sono delle iscrizioni che mi fanno tornare alla mente le nozioni che ci sono state impartite per riconoscere i segni del Caos. Sono giorni che sei scostante, scontroso, irascibile e non ti si vede in giro: stai chiuso nella tua stanza per conto tuo, trascuri i tuoi doveri ed ora QUESTO! Cosa dovrei pensare? Voglio che tu mi dica dove hai preso questa roba e voglio starti vicino. Sono tuo fratello e penso tu abbia bisogno di me." - Eruin, rosso in volto, con voce gracchiate e chiaramente spaventato da questa oscura scopera ansimava e tremava mentre, stringendoli in un pungo, sventolava i fogli antichi davanti alla faccia incredula del fratello.

Passarono momenti di silenzio, un confronto ardito tra fratelli che mai prima d'allora avevano dovuto discutere di questioni così cruciali. Nel mondo degli elfi la Magia del Caos viene da sempre vista con timore ed ad ogni Elfo vengono forniti gli strumenti per riconoscerne - se non i segni - quantomeno le iscrizioni fondamentali. Eruin era terrorizzato dall'idea che il fratello fosse immischiato in qualcosa di così losco ed oscuro.

Dopo momenti di silenzio, interrotto soltanto dai rumori provenienti dalle strade del villaggio e dai leggeri scricchiolii di un letto di un bambino che ora sta sorreggendo il peso di due elfi per la prima volta uomini, una lacrima scivola lungo la guancia di Nilisir che inizia a spiegarsi in un sussurro.

"Eruin, papà dice sempre che è importante poter contare sulla propria famiglia e mamma ci ricorda quasi giornalmente quanto sia grande il valore dell'amicizia: in te, fratello mio, ho sempre trovato l'amore di un parente e la comprensione di un amico. Ti racconterò tutto, ma prima metti via quegli scritti e preparati ad accompagnarmi dove questa storia ha avuto inizio..."

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next time on Inquisitori...

... parlavano piano, ma li sentivo: ero terrorizzato ...
... si, non avrei mai pensato ...
... non lo so, ma sono sicuro che la troveremo insieme ...

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