lunedì 27 aprile 2015

Spari nella Notte





Le scie di sangue conducevano dalla strada fino all'abitazione, su per gli scalini ed oltre il portone d'ingresso scardinato.
La milizia di Zeidenburg era giunta poco dopo l'alba, trovando al pian terreno i cadaveri della badante e del garzone e al primo piano, riverso sulla sua sedia a rotelle, il corpo straziato del padrone di casa soffocato nel suo stesso sangue, uno dei più noti mercanti ed usurai della città: Yakov Dorninoff.
Gli abitanti della zona erano tutti rimasti barricati in casa, guardandosi bene dal curiosare o intervenire quando la sera prima hanno udito distintamente tre scoppi, colpi di arma da fuoco, a breve distanza uno dall'altro.
Tre spari, tre vittime, tre morti causate da uno strumento infernale in mano ad uno straniero.
Ville Arvidsson era la guardia del corpo della vittima, un mercenario lamordiano senza scrupoli, armato fino ai denti con gli stessi ordigni che hanno causato la morte di Dorninoff e della sua servitù. La cassaforte nella stanza del vecchio è stata trovata aperta e svuotata e l'uomo è stato visto da alcuni testimoni lasciare la città a cavallo pochi minuti prima del sorgere del sole per non fare più ritorno.
Per il Kapetan della milizia cittadina Sorin Galca non ci sono dubbi, è lui il colpevole, ma sul movente ancora si indaga e probabilmente emergerà parecchio marcio visti gli altri accadimenti della nottata.



L'affiliazione di Dorninoff al Vardo Rosso era nota a tutti e mentre Arviddson assassinava il suo datore di lavoro, fuori dalle mura il magazzino della gilda veniva assalito da un gruppo di ignoti, probabilmente suoi complici, che massacravano ogni uomo di guardia per poi svanire nel nulla prima dell'alba. Cosa cercassero o abbiano trafugato rimane un mistero.
Attualmente sia la residenza di Dorninoff che l'ufficio commerciale sul colle di Ashen, così come il magazzino luogo del conflitto tra bande, sono sotto sequestro da parte della milizia. Le attività del Vardo Rosso subiranno un duro arresto anche per via del fatto che tra la merce rinvenuta negli stabili sotto sequestro sono stati rinvenuti molti barilotti di polvere nera che potrebbe essere ricondotta a quella in possesso dei Corsieri del Caos ed utilizzata nell'attacco terroristico alla Rocca di Ashen.

In attesa quindi che da Krezk giunga una delegazione della compagnia mercantile pronta ad assumersi le responsabilità del caso, far chiarezza sugli affari in corso e rispondere alle numerose domande del solerte Kapetan Galca, iniziano già a circolare i primi sospetti di finanziamento del Vardo Rosso ai ribelli assassini dei Corsieri del Caos da cui persino Ardonk Szerieza, anima della rivoluzione gundarakita, ha pubblicamente preso le distanze condannando i loro metodi e principi. Cosa poi sia successo realmente tra Dorninoff e Arviddson, quali fossero i loro interessi e coinvolgimenti personali e cosa possa aver portato ad una così violenta e repentina risoluzione dei loro accordi resta un altro mistero da svelare.

giovedì 23 aprile 2015

Una Nota sul Lamordiano






Ho delle informazioni specifiche che potrebbero tornarvi utili per quello che vi aspetta, consideratela una piccola dimostrazione della mia intenzione di rendere proficua la nostra futura collaborazione.
Il Lamordiano che guarda le spalle al vostro bersaglio risponde al nome di Ville Arvidsson e, accettate un consiglio, qualsiasi sia il vostro piano evitate di trovarvelo di fronte.
Non ho idea di come sia finito a fare da balia ad un vecchio paralitico, ma non c'è da meravigliasi, il Vardo Rosso fa ogni genere di affari e stringe ogni genere di accordi.

Arvidsson è un sicario estremamente capace con un passato da militare, da mercenario e da avventuriero. Non esattamente il tipo di persona con cui incrocerei le lame.
Non conoscendo quali saranno i vostri piani d'azione vi consiglierei quindi di colpire in sua assenza, o senza allarmarlo.
Nel caso in cui doveste affrontarlo dubito riuscireste ad avere la meglio su di lui senza subire perdite.
Arvidsson è uno spadaccino formidabile e possiede un arsenale degno di un condottiero alternando in combattimento attacchi in mischia e colpi di arma da fuoco.

Non credo sia il caso di fargli offerte economiche, per una lama come la sua il Vardo Rosso sborserà una fortuna o avrà stretto accordi che impiegheremmo troppo tempo per rivelare.

Semplicemente... stategli alla larga.

July



lunedì 20 aprile 2015

Rapporto sul Bersaglio





Yakov Dorninoff, Caposezione di Zeidenburg del Vardo Rosso.
Un tempo agente operativo dell'associazione ora è soltanto un vecchio di oltre settant'anni, zoppo, debole e costretto in sedia a rotelle, anche se incredibilmente sveglio e lucido per la sua età.
Gestisce la rete mercantile del sud-ovest di Barovia e gli scambi commerciali con Invidia e Borca, ha una grandissima esperienza e grande peso nell'associazione.

RESIDENZA
Risiede sul Colle di Ashen, in una abitazione su due piani con un piccolo cortile posteriore nel quartiere mercantile, ma a ridosso della zona residenziale nobiliare. Tutte le finestre al primo e secondo piano hanno inferiate, il portone principale è molto robusto, esiste un secondo accesso sul retro, dal cortile.

UFFICIO
La sede del Vardo Rosso in cui è possibile incontrarlo è poco distante dalla sua residenza, ma in prossimità delle mura cittadine, vicino la Porta delle Gogne. L'edificio fa angolo tra due vie piuttosto ampie, si sviluppa in verticale occupando il pianto terra e primo piano del palazzo, tra un'abitazione e lo studio di un barbiere-chirurgo. L'unico accesso al pian terreno viene chiuso ogni sera con pesanti catenacci, l'ufficio di Dorninoff è al piano superiore, insieme ad una camera di sicurezza in cui il Vardo tiene presumibilmente i documenti e gli oggetti di maggior valore.

MAGAZZINO
Almeno una volta a settimana organizza anche una ispezione ai magazzini del Vardo, fuori della mura, nella zona Nord di Zeidenburg. Nei magazzini vengono stipate le merci più comuni e ingombranti, di giorno sono piuttosto affollati mentre di notte alcune guardie private si chiudono all'interno. Non vengono mai lasciati completamente sguarniti, porte e finestre vengono sprangate.

QUOTIDIANITA'
Tutti gli spostamenti di Dorninoff avvengono su una piccola carrozza trainata da un unico cavallo, attrezzata avveniristicamente per caricare la sedia a rotelle ed ospitare un'altra persona all'interno oltre lui.
Diversi mercanti ed agenti del Vardo sono accolti a colloquio nell'ufficio sul colle di Ashen, non riceve nessuno in casa.
Dorninoff sembra non avere nemmeno interessi particolari al di fuori del suo lavoro. Non ha una famiglia, la moglie è defunta da circa un decennio, i figli tornati nel Borca per occuparsi degli affari del ramo principale della famiglia.
Nel periodo di osservazione non ha mai frequentato luoghi diversi da quelli descritti, quasi tutti gli incontri d'affari avvengono nel suo ufficio, saltuariamente alcuni mercanti lo incontrano in magazzino. Sappiamo che non ama gli eventi mondani ma abbiamo registrato la sua presenza dietro invito ad alcuni eventi organizzati dalle casate Trykskys, Von Zarovich e poche altre famiglie mercantili molto facoltose.
Gira voce che la stessa Jaqueline Montarri passi periodicamente (una o due volte l'anno) a fargli visita per sincerarsi delle sue condizioni di salute (ormai precarie), ma non abbiamo testimonianze dirette di questo.

CONDIZIONI DI SALUTE
Yakov Dorninoff è molto anziano e fisicamente debole. Ha perso una gamba tempo addietro e l'aggravarsi delle sue condizioni di salute lo hanno infine costretto in sedia a rotelle.
Sembra a volte abbia ascessi di tosse, dovuti ad una polmonite mai completamente guarita e sembra sia solito fumare oppio per lenire i suoi dolori.

ENTOURAGE
Presso la sua residenza: una donna borcana gli fa da badante e non lascia mai la sua abitazione, un ragazzo baroviano si occupa delle commissioni esterne e porta a passeggio un cane, un levriero, che Dorninoff tiene in casa.
Presso la sede del Vardo Rosso: due contabili baroviani, si occupano di tenere i registri e gestire gli incassi, un servitore gundarakita si occupa delle pulizie.
Presso il magazzino in periferia: numero variabile di manovali (tra i 5 e i 10 a seconda della giornata), agenti del Vardo e mercanti affiliati. Di tutti è il luogo meglio sorvegliato, sono presenti anche guardie private (mai meno di 6).
Guardia personale: Dorninoff sembra molto confidente che l'affiliazione al Vardo Rosso e influenza acquisita lo tengano al sicuro da agguati o ricatti. Ha al suo seguito un'unica guardia del corpo, uno straniero sulla quarantina, a quanto sembra un Lamordiano, che non lo abbandona mai durante le ore diurne e gli spostamenti, si allontana soltanto quando Dorninoff è in casa, al sicuro, ma mai per più di un paio d'ore. La sua guardia porta vesti pesanti, impelliciate, alla cintura sembra portare una spada da lato e con molta probabilità almeno una bocca da fuoco lamordiana.

CURIOSITA'
Sembra che alcuni anni fa nel Richemulot, i Dorninoff di Borca abbiano finanziato un esercito mercenario per appoggiare una diatriba interna alla famiglia Renier.
La Rivolta di Mortigny è stata repressa nel sangue dalla regnante, Jaqueline Renier, e pare che insieme ad altri anche un lontano nipote di Yakov, tale Zivon Dorninoff , sia stato arso vivo nella piazza di Mortigny con l'accusa, tra le altre, di Stregoneria.

Siate cauti.
S.G.

martedì 7 aprile 2015

Informazioni vitali

Il suo furore era misto a rabbia, se la prendeva con se stesso per averli portati fin li, si dava la colpa di non aver protestato prima, Warwic sapeva che le informazioni e le confidenze non vengono fatte a gruppi nutriti di persone, sopratutto se minacciosi e poco  inclini alla contrattazione verbale.
Un contrabbandiere scambia informazioni, che sia per soldi o per altri "beni" o semplicemente per promesse di future ricchezze, ed il bardo sapeva bene come trattare in tali casi. Aveva provato timidamente a dirlo nel palazzo dei Romanov, ma non voleva subito dividere quella accozzaglia messa insieme già in maniera instabile fin dalla partenza. Pensava che avrebbero lasciato fare a lui essendo chiaramente nel suo abito di competenza, non aveva fatto i conti con i due barbari, di nome e di fatto.

Era stato un errore che non si sarebbe più ripetuto, doveva dar retta al suo istinto, alla sua ragione, doveva andare da solo o al massimo con un paio di compagni meno focosi. Ormai il danno era fatto Juliska era stata attaccata e non avrebbe più ascoltato ragioni, anche in condizioni normali sarebbe stato molto difficile portala dalla propria parte. Dopotutto un contrabbandiere ha interesse a rimanere non schierato per vocazione, eppure il discorso si stava infilando verso un esito che a Warwic sembrava positivo. Si doveva concedere qualcosa certo, ma una alleanza in quel senso avrebbe portato innumerevoli benefici, a breve termine sicuramente notizie più fresche dei ricercati, ma a chi aveva occhio per guardare oltre la punta della propra spada...anche future collaborazioni e se non altro la garanzia che i bassifondi non venissero goveranti da qualcuno più sanguinario.

Adesso che garanzie avrebbro avuto ?
Vendetta, l'odio porta vendetta, la forza bruta porta solo problemi, astio ecco la moneta con il quale verremo ricompensati. Ed in un momento dove devi portare al tuo fianco le grandi masse e le organizzazioni presenti in campo, non si può pretendere di ottenere la benevolenza senza elargire nulla, senza mettere sul piatto della bilancia qualcosa, anzi usando la forza bruta per pretenderla.

Vallo a spiegare a chi ha fatto della violenza un vanto, sarà forse per questo che i più illustri diplomatici non vengono ricordati per la loro vocazione al sangue, dopotutto con il terrore il Conte stava governando, ed è proprio questo fatto a creare il malcontento ed il terreno fertile per una rivoluzione. O almeno era quello che Warwic aveva percepito. Ed invece alla prima occasione cosa facciamo, ci mostriamo inclini alla violenza, allo spargimento di sangue. Che sia questo un monito a come si vorrà gestire Barovia in seguito ?

Che sia un avvertimento, per chi sa leggere tra le righe, sostituiamo la violenza con altra violenza?

Mille domande riecheggiavano nella mente di Warwic, ma la lucidità non gli mancò, scruto al riparo da occhi indiscreti l'evolversi delle cose ed intervenne al momento giusto, per salvare gli artefici dello spargimento di sangue, dopotutto la loro vita poteva ancora essere preziosa, dopotutto qualcuno doveva pur usare il buonsenso.

Così arrivò trafelato nel vicolo dove si era svolto il combattimento, ed utlizzando alcuni dei suoi artifici magici stabilizzò le ferite profonde dei morenti Vasily e di Hasis, certo che non avrebbe ricevuto alcun ringraziamento, ma dopo tutto la lungimiranza e la pacatezza non era caratteristica peculiare dei molti.  Avrebbe avuto modo di spiegare la sua versione dei fatti, a chi di dovere, avrebbe avuto modo di spiegare sperando che il buonsenso se non negli sgherri almeno fosse presente in chi comanda. Ma la speranza sapeva essere molto vana.

Tutto sommato la manovalanza non poteva capire disegni più complicati di un semplice "Vai e distruggi tutto", era stato uno sciocco a pensare diversamente.

domenica 5 aprile 2015

La danza mortale






Rapida come un felino, sinuosa e sgusciante come un serpente dal morso letale. C'era qualcosa di eccitante e sensuale nella danza di quella donna. Una danza mortale che stava ballando con Vasily come cavaliere accompagnatore, destinato a soccombere come il maschio sfortunato della mantide.

Eppure l'aveva vista discinta poco prima senza che suscitasse in lui, freddo e distaccato, alcuna emozione tanto da considerla solo una meretrice da due soldi non troppo attraente. Com'era stato ingenuo ed avventato nel sottovalutarla. Ora si trovava di fronte a lei, da solo, mentre lo stava sgozzando come un maiale armata solo di un pugnale e Vasily sapeva che a breve lo avrebbe finito. Eppure non poteva fare a meno di essere affascinato da lei e al contempo avrebbe voluto trafiggerla con il suo stocco e non solo se solo ne avesse avuto una possibilità. Incapace di scappare per mettersi in salvo, attratto magneticamente da quella donna sfuggente e pericolosa, non voleva lasciarla andare arrendendosi vigliaccamente.
C'erano modi peggiori per andarsene pensò quando la fredda lama di lei si appoggiò alla sua gola aprendogli un innaturale sorriso. Poi il freddo metallo fù sostituito dal caldo del sangue mentre Vasily crollava a terra, rubando per l'ultimo istante l'immagine di Juliska che troneggiava su di lui, arruffata, sudata e bellissima prima di abbandonarlo esanime.


Fu risvegliato dal volto di Astrid che strideva assai rispetto all'ultima immagine ancora impressa nei suoi occhi: alla fine i suoi "compagni" erano arrivati e lo avevano ripreso per i capelli. La bella Juliska era chiaramente scappata. Vasily raccolse le poche forse per rovesciare la sua rabbia e la sua frustrazione sibilando: "Dove cazzo eravate ... Dove cazzo ... bastardi ...".
Non l'avrebbero passata così liscia, appena tornato alla villa Vasily avrebbe fatto rapporto dell'accaduto a Catalyna e al comandante Galka. Quasi sicuramente si sarebbe beccato anche lui una lavata di testa per essersi lasciato sfuggire Juliska Ujvesce rimanendo con un pugno di mosche in mano, forse qualcosa di peggio. Ma era suo compito avvertire e mettere al corrente i  suoi signori dell'accaduto, pagando eventualmente per i suoi errori. La sua sensazione è che le alleanze si siano dimostrate fragili ed al primo momento di difficoltà le varie fazioni abbiano pensato al proprio orticello, rischiando di mandare all'aria il primo obiettivo comune in ogni caso seriamente compromesso. Gli altri alleati forse non hanno capito che le loro fortune dipendono dalla grandezza della famiglia Romanov.
Vasily ancora non sapeva precisamente cos'era successo nella stanza una volta che lui si era lanciato all'inseguimento della ricettatrice, sapeva solo che aveva chiamato Astrid e Grigory ma era arrivato in suo soccorso, dopo una lunga attesa, solo Hasis. Degli altri nessuna traccia almeno finché è rimasto cosciente. Già durante la trattativa con Juliska erano emerse tutte le differenze tra loro e la mancanza di sintonia. Il gundakarita si ostinava a parlare di bene superiore da raggiungere insieme: quanta insulsa ingenuità nelle sue parole. Non la avrebbe mai convinta, solo annoiata con la sua vuota parlantina infinita. Eppure avevano dalla loro il numero, la avevano colta impreparata ed erano sei contro due: avrebbero dovuto sfruttare questo vantaggio una volta che la trattativa era saltata. Invece avevano lasciato Vasily a ballare da solo con l'affascinante Juliska al suono della sua musica fatale.

Si svegliò più tardi nell'ala diurna di villa Romanov. Si sciaquò il viso, ancora intontito e dolorante ed iniziò a prepararsi per andare a fare rapporto. Si vestì e poi prese il piccolo specchio che usava per radersi ed osservò a lungo la cicatrice che gli attraversava il collo: lunga e spessa di quel colore rosa delle cicatrici ancora fresche. Non gli dispiaceva tutto sommato, col tempo gli avrebbe dato un'aria più vissuta e minacciosa. Inoltre avrebbe portato sempre con se il ricordo di quella danza estasiante e conturbante e della meravigliosa danzatrice. L'avrebbe ritrovata e stavolta un'altra musica avrebbe suonato per Vasily e Juliska ...

sabato 4 aprile 2015

Demoni alla Sanguisuga Rigonfia





"Demoni alla Sanguisuga Rigonfia, c'è già chi fa il nome di Nartothek il Torturatore, che fa sanguinare le sue vittime e poi le finisce nutrendosi della loro anima. Un sacrificio in una stanza al primo piano, una sorta di esecuzione e poi due avventori massacrati mentre cercavano di intervenire sulle scale al pian terreno. Tu che dici?"
"Che i nostri hanno calcato un po' troppo la mano, la prossima volta non sarà così semplice trovare Juliska..."
"Pensi che possa risalire a noi?"
"Non è da escludere, il suo giro di affari è piuttosto ampio e probabilmente ha agganci di cui non siamo ancora al corrente. I nostri al rientro non sono stati seguiti."
"Sarà meglio tenerli lontani da sguardi indiscreti per un po' e nel frattempo decidiamo che fare con lei."
"Ne dobbiamo parlare con Galca, non abbiamo bisogno di un contrabbandiere dalla nostra, anche se il suo supporto potrebbe tornarci utile. Ma nel caso in cui reputasse la situazione irrecuperabile troveremo il modo di sbarazzarcene."
"Credi che le persone scelte per formare il gruppo non siano adatte allo scopo?"
"Troppo presto per dirlo, attendiamo il rapporto di Vasily per giudicare il loro comportamento."
"Il mulan sembra sia una testa calda, Catalina mi ha riferito anche di alcune sue... perversioni. So che quelli come noi non dovrebbero giudicare questo genere di cose, ma se la servitù inizia a parlarne potrebbe trasparire un'immagine dei Romanov che non ci gioverebbe."
"L'Accademia Rossa è indispensabile. Lorenai è lontana dalla comprensione e dal potere che esercitava il Maestro Sephir e se vogliamo riprendere la Radura dei Sogni Infranti sia lei che i suoi aiutanti devono crescere. Kazimir è uno stregone e non c'è modo migliore per uno stregone di far emergere i propri poteri che utilizzandoli. Se contro chi ci ostacola, meglio ancora."
"Concordo, ma lui ed il cultista potrebbero aver metodi che gli altri non condividono, o apprezzano... la magia nera spaventa anche i più smaliziati."
"Szerieza è alleato di Maryszkas, sa bene che anche i suoi dovranno sporcarsi le mani prima o poi, credere che si possano risolvere tutte le situazioni con una buona parlantina è dannatamente ingenuo. Ci saranno sempre più vittime man mano che cresceremo. Mi è stato detto della reazione del musico, ma preferisco attendere la versione di Vasily prima di esprimere un giudizio."
"Quindi te ne occuperai personalmente? Che il massacro di stamattina possa essere ricondotto a noi non ti preoccupa?"
"A noi? Per il popolino ignorante è stata una manifestazione del potere di Erlin. Mi preoccupa più il fatto che una donna influente ed abile, al punto da ridurre Vasily in fin di vita, come Juliska Ujvesce sia riuscita a sfuggirci e possa identificarci come suoi nemici."
"Forse non tutto è perduto, questo genere di scontri non sono rari nella baraccopoli..."
"Forse, ma meglio esser cauti, dopo l'affronto subito vorrà qualcosa in cambio."
"La thaani invece? Hai sentito ciò che ha detto di lei Lorenai?"
"Sappiamo bene che gli Zarovan non fanno nulla per nulla, e anche se mezzosangue la Cieca non fa eccezione. Vale la pena tenerla in considerazione."
"Sempre che sia in grado di versare il sangue richiesto... e di comandare. Ho l'impressione che sia un buon gregario ma non vedo in lei lo spirito del condottiero."
"Diamole l'occasione di crescere e soprattutto staccarsi dal finto fratello. Scopriremo presto fin dove saprà spingersi."

venerdì 3 aprile 2015

La Schiava





La ragazza era nuda e aveva i polsi legati alla spalliera del letto, il suo aguzzino l'aveva lasciata così fin dalla mattina, momento in cui aveva finito di sfogare la sua voglia sopra di lei. Le era andata fin troppo bene, visto che a volte le toccava soddisfare sia i voleri del primo che i piaceri repressi dell'altro uomo, quello più basso ma più proporzionato. Li odiava, li odiava con tutta se stessa. Stranieri crudeli, soprattutto il più alto, non le era affatto grata per averla liberata, anzi fin da subito aveva percepito di essere finita in condizioni peggiori, sensazione confermata dal fatto che lui continuava a chiamarla "schiava". Spesso le teneva anche la bocca imbavagliata, e la picchiava ogni volta che provava a urlare o a chiedere aiuto. Lo odiava con tutta se stessa, eppure violenza dopo violenza, trattata continuamente come un oggetto, un pezzo di carne, stava cominciando ad affezionarsi al suo carnefice. Era sempre insensibile alla passione dell'uomo più muscoloso, mentre a poco a poco stava cominciando a lasciarsi andare alla metodica violenza del suo padrone. Lo odiava ma si sentiva anche attratta dai suoi lineamenti esotici, dall'energia oscura che lo permeava, dalla sua risolutezza e spietatezza. Lo odiava ma forse stava anche cominciando ad amarlo. Se solo fosse riuscita a trovare un modo per portare la sua attenzione al di là della mera fisicità, magari le cose sarebbero cambiate, magari la sua condizione sarebbe migliorata e a quel punto magari avrebbe anche potuto chiedere di essere liberata, e allora sì che avrebbe dovuto decidere se restare con lui o se allontanarsi per sempre da tutto quel dolore.

Era passato molto tempo ormai, e dalla piccola finestrella posta in alto si era accorta che il sole stava quasi per tramontare. Erano davvero tante ore che ormai era legata in quella posizione, senza cibo né acqua, le braccia e la schiena cominciavano a farle male. Non era mai capitato che lui mancasse per così tanto tempo e che non le venisse portato né cibo e né acqua. E se fosse successo qualcosa al padrone? Se lui non fosse più tornato quale sarebbe stata la sua sorte? Un lampo di disperazione fecce breccia nel suo cuore, non sapeva se essere più preoccupata per lei o per l'uomo che l'aveva ridotta in quello stato. Per un istante si rese conto di quanto la sua vita dipendesse totalmente da quella del suo cinico amante, e pregò con tutte le sue forze che il suo torturatore tornasse presto da lei. Avrebbe voluto strillare, ma la paura di essere ascoltata dalle persone sbagliate le frenò le urla in gola, complici anche le violenze subite ad ogni tentativo di ribellarsi attuato finora. E come se qualcuno avesse ascoltato le sue più intime paure e esaudito i suoi desideri, sentì dei passi scendere le scale e percorrere il corridoio fuori dalla sua stanza. Li riconobbe, erano proprio i suoi. Incredibilmente si ritrovò a sorridere, e finse di dormire per non dovere decidere come affrontare il suo ritorno. L'uomo girò la chiave nella toppa, e richiuse la porta alle sue spalle, senza però richiuderla a chiave. Il cuore cominciò a batterle più velocemente, forse era già giunto il momento tanto atteso? Forse anche lui si era accorto di provare qualcosa per lei e aveva deciso di liberarla? Ad occhi chiusi capì dal suono dei suoi gesti che aveva cominciato a spogliarsi. Poi portò la voce ad un volume più elevato del solito, e in quella lingua che non era mai riuscita a comprendere disse qualcosa a un interlocutore lontano. In breve sentì altri passi scendere nello scantinato. Era confusa e non sapeva come interpretare un simile comportamento, ma nel dubbio decise di continuare a fingere di dormire. Come per rispondere alle sue domande l'uomo le rivolse la parola, cosa che tra l'altro faceva abbastanza raramente, e nel suo accento straniero le disse:<<Oggi tutto insieme schiava. Così finisci prima>>. Il suo cuore perse un battito, tutti i suoi sogni finirono in una duplice violenza che durò almeno mezzora e la lasciò sfinita nel suo letto zuppo del suo e del loro sudore. Almeno durante l'amplesso i 2 uomini le slegarono i polsi e alla fine le fu anche dato qualcosa da bere e da mangiare. Nonostante i dolori prese subito sonno, così avrebbe dimenticato per qualche ora l'atroce realtà in cui l'avevano rinchiusa.

(scritto da George)