martedì 10 settembre 2019

Sciopero Nero

Per la prima volta nella storia della Casa il Carnevale di Vilezia era aperto ad ogni omino di ogni popolo, la città della Cantina si apprestava ad un afflusso di visitatori mai visto prima e per garantire la salvaguardia di ognuno i controlli di sicurezza e le ronde della milizia erano coadiuvati dalla presenza di drappelli di soldati del Grande Esercito Imperiale.
L'inaugurazione della settimana di festività era prevista per il giorno dopo, con una sfilata pomeridiana di chiatte allegoriche che avrebbero attraversato la città lungo il Grande Canale, salutando le autorità sistemate in comodi scranni sul ricco Ponte di Ribasso e finendo per prendere il largo nella Pozza con un sontuoso spettacolo pirotecnico sullo sfondo della Mirandola.

Quella notte invece il battello della Locanda sul Molo aveva compiuto un viaggio non programmato per l'arrivo improvviso e trafelato di alcuni ospiti illustri. Il capitano era stato letteralmente buttato giù dal letto da un corazziere mentre altri miliziani e soldati si assicuravano di portare a bordo i bagagli e garantire la sicurezza di Messieur Philippe Nouvau e sua moglie Charlotte.
L'ingresso principale del lussuoso Hotel La Mirandola dava direttamente sul Grande Canale ma per garantire discrezione e, viste le condizioni indecorose in cui le due fate ed il boggart a loro scorta erano giunti in città, vennero fatti accedere dal retro e subito accomodati nel lussuoso attico prenotato a loro nome con largo anticipo.
Nell'arco dell'intera giornata Nouvau e consorte furono impegnati in un via-vai di paggi, medici, sarti, camerieri e barbieri che se ne presero cura restituendogli il loro decoro, poi venne il turno di ufficiali della gendarmeria e autorità locali interessati a capire cosa fosse loro successo sulla via diretta, pattugliata e teoricamente sicura che li aveva condotti fino alla Pozza dalla distante Utu Bathur.
Tra i divani e le composizioni muffloreali dello sfarzoso atrio dell'albergo le chiacchiere dei distinti ospiti della struttura spaziavano tra le più disparate versioni di quanto accaduto.

Il magistrato del Reame era un semplice turista, giunto nell'Orda nel mese di febbraio, seguiva un programma di viaggio completo che da Umbral l'aveva portato attraverso il Khashab fino nel Bathur prima di raggiungere Vilezia in tempo per Ostara e poi Al Sehir come tappa finale prima di tornare verso la Scala Tremante e riprendere la via di casa. Una volta in Cantina erano stati saggiamente consigliati di assumere un nutrito gruppo di braccianti per rendere il più confortevole possibile il tragitto suo e della signora, approfittando del bassissimo costo della manovalanza sluagh e così avevano intrapreso il loro avventuroso viaggio attraverso il deserto di segatura scortati da due guardie private boggart responsabili della loro sicurezza sin dalla loro partenza, una guida locale ed una decina di sluagh nani come servitori.
Il viaggio da Umbral attraverso il Khashab era filato liscio così come la permanenza ad Utu-Bathur ma una volta ripartiti i braccianti avevano inspiegabilmente deciso di attentare alla loro vita. Li avevano convinti a deviare dal percorso verso una millantata via panoramica per poi abbandonandoli in balia degli insetti con la carrozza impantanata nel muschio. Mentre i forti boggart cercavano di rimetterli in carreggiata erano stati poi aggrediti da alcune scolopendre, avevano perso i topi e Robert, una delle guardie, ed erano riusciti a salvarsi solo grazie all'intervento di tre coraggiosi omini, tra cui la guida che solo alcuni giorni prima li aveva condotti al sicuro attraverso il Khashab e lasciati indenni e soddisfatti ad Utu-Bathur. I tre soccorritori avevano affrontato con coraggio le bestie mettendo a rischio la loro stessa vita e li avevano tratti in salvo, bagagli compresi.
Messieur Nouvau una volta ripresosi, incipriatosi ed aver terminato di sporgere denuncia verso il gruppetto di braccianti infami, era intenzionato a sdebitarsi, si premurò quindi di consegnare all'unica guardia rimastagli, Steven, un invito da recapitare ai tre eroi presso Villa Zordi. Tanto per cominciare li avrebbe invitati nell'attico per godersi l'inaugurazione del Carnevale di Vilezia dalla esclusiva terrazza panoramica dell'Hotel La Mirandola.

Quello stesso giorno, ad Utu-Bathur, nella bettola di Jo Senzunocchio, il gruppetto di braccianti brindava con i soldi fatti dalla vendita di qualche bene sottratto agli aristocratici fae prima di abbandonarli al loro destino. Ridevano e scherzavano soddisfatti, vantandosi con gli altri astanti di aver avuto il coraggio di ribellarsi al classismo e razzismo dei servi della Zarina, che non avevano mai perso l'occasione di appellarli e trattarli come animali, sottopagando il duro lavoro che svolgevano con perizia. Erano ignari del fatto di stare per finire sui manifesti di taglia di tutta l'Orda con una poco lusinghiera immagine di gruppo ed il nome affibbiatogli di Banda dello Sciopero Nero.