lunedì 31 marzo 2014

Viaggio Senza Onore



 

 

Ancora in viaggio, ed ancora una volta non un viaggio degno di tale nome. Mi trovo coinvolto, mio malgrado, in una spedizione  per riconsegnare quella che credevamo una semplice arma che in realtà si è dimostrata essere un antico artefatto del popolo dei bevitori incalliti.
Non discuto sull’importanza di far avere indietro quest’arma al popolo che l’ha creata, ma discuto sulle modalità del viaggio e sul perché fosse così importante farlo ora. Pelleverde attaccano le nostre case, guerrieri del Caos , organizzati in un manipolo, che inseguono famiglie in fuga,  le nostre terre minacciate dai Troll, e noi ci imbarchiamo su di uno strano macchinario, rumoroso , e che appesta l’aria.

Che ne è stato del viaggio in quanto scoperta ?
Che esperienza trarremo dal sorvolare ettari ed ettari di territorio, senza avere il piacere di poggiarvi piede sopra ?
Dove è finito il sapore della terra , il sentirsi la pioggia addosso, il sapere di aver compiuto un lungo viaggio ed esserne uscito vivo con le proprie forze?
Dov’e’ l’onore in tutto questo ?

Prima di potermi considerare un camminatore del Vecchio Mondo , dovrei essere  certo di poter  contare sulle mie forze, dovrei avere la possibilità di affidare la mia vita , e quella dei miei compagni, alle scelte difficili ed importanti che solo la strada ti propina.  Vorrei avere la possibilità di migliorare le mie abilità di esploratore, e sento che non lo sto facendo. Sono partito da Laurelorn non per viaggiare a cavallo di una macchina, sono partito per acquisire esperienza, per mettermi alla prova in quello che è il mio lavoro. Il viaggio , la ricognizione, il misurarsi con differenti ambienti naturali, lo sfidare le bestie che li abitano. Il confrontarsi con differenti popoli, il guadagnarsi il loro rispetto per essere passato nei loro territori in punta di piedi, lo scambio culturale figlio di un incontro tra persone che vivono a molti giorni di viaggio di distanza.
Mi ritrovo invece a viaggiare su strade battute, di corsa senza avere nemmeno il gusto ed il piacere di mettere in pratica le mie abilità, o peggio ancora….

Madre perdonami, perdonami perché oggi sono stato costretto a sedermi su questo immenso ammasso di ferro, perdonami perché un “essere” da te non creato , sta solcando i cieli, ed invadendo il territorio che solo i più puri possono meritare di attraversare. Mi sento in dovere di scusarmi , perché non ho alzato la voce quando avrei dovuto, perché non  mi sono ribellato al volere, che ancora non mi è chiaro di chi, di intraprendere questo viaggio, soprattutto in questo momento.
Inizio a riconsiderare l’appartenenza a questo gruppo, inizio a riconsiderare la mia utilità in questo gruppo, inizio a pensare che forse il mio sogno è troppo grande anche per la mia infinita determinazione e per la mia cocciutaggine. 

Perdonami Madre, spero che questo incubo finisca molto presto, sento il bisogno di riconciliarmi con te, con le mie abitudini e con le mie tradizioni, sento il bisogno di tornare ad essere un elfo, e di smetterla di fare buon viso a cattivo gioco. Sento il bisogno di ascoltare la parte selvaggia , l’ho costretta ed affossata per troppo tempo, sento il bisogno di dar sfogo allo spirito della Caccia. E’ ora che tutto questo torni ad essere in equilibrio. E’ ora che la parte accondiscendente riconsegni alla parte selvaggia il suo giusto spazio.

E’ ora che arrivino notizie da Laurelorn o le notizie andrò a cercarmele da solo, questo silenzio non è un buon segno, ho messo le esigenze del gruppo sempre avanti alle mie , adesso è ora che la musica cambi e cambi radicalmente.

sabato 29 marzo 2014

Excelsior!




Mia Cara Beatrix,
il tempo negli ultimi mesi sembra aver messo le ali ai piedi e mi ritrovo a scriverti che già si avvicina la fine di Priamistero.
Troverai questa lettera diversa dalle altre perché in essa descriverò cose che non sarebbe saggio vergare su carta. Lascerò questa, come le altre, nelle mani del fidato Sidonius e questa sarà l'ultima che dovrà bruciare sperando che davvero le fiamme e le ceneri al vento arrivino ove nessun messo mortale potrà mai cavalcare.

Sul finire di Sigmarile è finalmente giunto al castello un Magister del Collegio, di cui non farò il nome per rispettare la sua riservatezza, ammesso che, visto il tipo, se ne curi.
Se i miei intenti, come probabile, non sono più ignoti alla Baronessa mia madre allora deve aver deciso di rispettare la mia scelta e di questo le sono infinitamente riconoscente. Estella è stata molto affettuosa nelle lunghe giornate primaverili che ho passato chiuso in biblioteca a studiare il pesante tomo intitolato "De Rerum Aethyrica" che il Magister mi ha incaricato di imparare e comprendere a fondo. Credo anche lei abbia capito che tutto questo mi porterà lontano da loro, ma non si può vincolare un uomo ad un destino che non gli appartiene.
Lo studio del tomo ha richiesto molte più energie e fatiche del previsto, la materia arcana si è dimostrata di notevole complessità, anche rispetto alle articolate nozioni scientifiche e ingegneristiche che ho assimilato e forse il motivo di ciò è che non si basa completamente sull'apprendimento di nozioni logiche e leggi matematiche, ma in larga parte richiede intuito, inventiva e azzarderei anche interpretazione e creatività, come si trattasse di una vera e propria arte.
Inizio a comprendere e ad ammirare sempre di più coloro i quali cercano di ridurre il margine e far convergere le rigide leggi naturali a quelle estremamente volatili dell'arcano, i rinomati Alchimisti, tra le cui schiere aspiro un giorno a militare.
I miei primi passi si sono dimostrati davvero faticosi ed il Magister ha riconosciuto in me del potenziale soltanto pochi giorni fa, a quasi due mesi dal mio primo tentativo. Sarò presto ufficialmente suo apprendista.

I due mesi trascorsi sul tomo del Magister sono stati intervallati da un'urgenza inaspettata. Ser Ludwig ha ricevuto nuove dalla sua famiglia, in fuga da Carroburg per motivi non precisati. Ho ritenuto mio dovere accompagnarlo quando ho visto sul suo volto profonda preoccupazione e altrettanto hanno fatto senza esitazione anche il resto dei nostri compagni.
Avevo necessità di cambiare aria e riflettere su ciò che stavo studiando e non comprendendo, unito al fatto che cavalcare al fianco dei Bravi in una loro avventura è per me un grande onore e che questa volta a guidarci avevamo il benefattore di Dustingfurt: Victor La Rochelle.
Questa volta ho solamente badato bene di non essere loro di peso in battaglia, dato che, inevitabilmente, a circa tredici giorni di cammino da casa, nei pressi del borgo di Middenstag, abbiamo ingaggiato un serrato combattimento in difesa della piccola carovana della famiglia di artigiani.

Cultisti, guerrieri ricoperti di metallo e brandenti asce da guerra, si sono riversati al galoppo contro i miei compagni di viaggio che hanno incredibilmente e valorosamente retto l'urto e combattuto come posseduti dallo spirito di Ulric stesso.
La pioggia di frecce degli Asrai, il tuono delle bocche da fuoco di Glodrin, i letali fendenti di acciaio di La Rochelle, Ser Ludwig e dello zio di quest'ultimo, rivelatosi un valido combattente candidato all'Ordine dei Cavalieri Pantera, hanno lentamente ma inesorabilmente decimato le forze nemiche mentre io cercavo di mettere in salvo gli altri parenti. Ma i nemici continuavano a riversarsi su di noi. Poi, d'improvviso, ho notato una figura che ci osservava, defilata dalle altre.

Cavalcava un destriero pesantemente corazzato dalle cui narici fuoriuscivano miasmi verdastri. Lui stesso era ricoperto di metallo con un elmo cornuto e simboli blasfemi ripetuti in mille intarsii.
Sembrava la personificazione stessa del Signore dei Teschi e lancia in resta alla fine caricò contro Victor La Rochelle, che, mostrando il coraggio di un vero eroe, rispose alla sfida.

I miei ultimi ricordi della battaglia risalgono all'impatto tra le lame dei due cavalieri, ricordo un'onda di energia verdastra, un vento di potere sordo e malevolo che ha investito tutti noi, tutto il campo di battaglia.
Ricordo di essere riuscito a calmare il mio palafreno e di aver fatto appena in tempo ad assicurarmi in sella prima di perdere i sensi.


Quando Glodrin mi ha svegliato il combattimento era finito. Io ancora a cavallo, i carri salvi insieme alla famiglia di Ser Ludwig, anche La Rochelle miracolosamente illeso anche se stordito e nessuna traccia del suo infernale opponente.
Soltanto lo zio di Ludwig aveva riportato gravissime ferite e l'urgenza di portarlo in un borgo e richiedere delle esperte ed imminenti cure mediche fu subito palese.
Una volta a Middenstag cercammo di capire perché un così nutrito gruppo di seguaci del Dio dell'Odio ce l'avesse con una famiglia di artigiani di umili origini di Carroburg e quel che trovammo tra i loro averi è quel qualcosa di cui accennavo esser pericoloso persino scrivere su questi fogli.

Custodito in una semplice scatola di legno bordata d'ottone, sigillato da un semplice nastro legato a fiocco e
da un panno di velluto, trovammo un artefatto di sicura essenza demoniaca. Quella che sembrava essere una maschera metallica si rivelò in realtà un elmo, diviso in due parti componibili.
Non appena Tardas la tolse dal suo involucro tutti potemmo avvertire la sua malvagia essenza pervadere le nostre menti ma in un attimo di lucidità io ed Eruin riuscimmo a chiuderla di nuovo nella scatola, sigillandone di nuovo apparentemente il potere.
Quell'oggetto era in grado di corrompere i nostri animi, sulle sue tracce era un'intera setta di adoratori del Caos e soltanto l'esserne entrati in contatto una singola volta avrebbe potuto condannarci agli occhi del clero di Sigmar.
Chiedemmo spiegazioni ovviamente e decidemmo di fidarci quando lo zio di Ludwig disse di averla sottratta ai cultisti per distruggerla e, non essendoci riuscito da solo, di aver deciso di richiedere l'aiuto dei Maghi Imperiali.

Partimmo di fretta da Middenstag, diretti ad Hergig, al Collegio. Consci che sulle nostre tracce avrebbero potuto già esserci nuovamente i feroci guerrieri di Khorne proseguimmo spediti e quanto più cauti possibile.
Ciononostante una notte accadde qualcosa che ad oggi ancora non so spiegarmi.
Ci coricammo lasciando uno di noi di guardia come al solito, e la notte sembrò trascorrere senza imprevisti se non che tutti il giorno dopo avemmo l'impressione di avvertire nuovamente il potere pernicioso di quell'oggetto maledetto. Ripartimmo come nulla fosse e ci rendemmo conto soltanto grazie ad Eruin che qualcosa attorno a noi non andava.
Avevamo dormito per due interi giorni, o forse nessuno di noi ricordava cosa era accaduto nei due giorni precedenti, eravamo tutti sani, illesi ed esattamente nel punto in cui ci eravamo accampati, la scatola ancora con noi, ma ci rendemmo conto soltanto quando ormai troppo vicini ad Hergig che la Maschera era sparita.
Denunciammo lo stesso l'accaduto al Collegio che ci interrogò separatamente per un giorno e mezzo. Infine ci fu concesso di tornare a Dustingfurt.

La famiglia di Ser Ludwig si è stabilita nel borgo e sta cercando di ottenere i permessi hochlandesi per commerciare convertendo quelli di cui già era in possesso nel Middenland. Ludwig, sebbene lo stesso molto preoccupato dal coinvolgimento di suo zio con i culti eretici, sembra credere nella sua buona fede ed aver rivalutato la sua figura. L'ho sentito fare domande insistenti sull'Ordine dei Cavalieri Pantera, nemici giurati dei seguaci del Caos e credo che abbia un serio interesse nel voler riabilitare a pieno titolo il nome della sua famiglia combattendo i nemici dell'Impero similmente a come mio padre fece ad Hergig per allontanare la vergogna del Conte Auerbach dal ramo cadetto dei Von Auer. Questo gli fa onore.
Nel mese successivo alla vicenda non ci sono state conseguenze dell'esposizione all'artefatto.
Tardas ha trascorso più tempo con la sua compagna ormai prossima al parto.
Eruin molti giorni per conto suo, sembra esser quello che soffre maggiormente la lontananza culturale dal suo popolo qui a Dustingfurt.
Glodrin ha ricevuto la scorta armata che lo accompagnerà a Karak Azul, insieme a due Preti Guerrieri Sigmariti incaricati di accompagnarlo e proteggerlo.
Ludwig ha avuto modo di aiutare la sua famiglia ad ambientarsi e ha trascorso molto tempo nella magione di Victor La Rochelle che sembra essersi del tutto ripreso dallo scontro con il Guerriero del Caos.
Io ho, come già accennato, sostenuto con successo il colloquio col Magister che ripartirà a breve per Hergig e comunicato le mie intenzioni di viaggiare al fianco di Glodrin fino alla sua destinazione.
La Baronessa mia madre non si è opposta sebbene palesemente contrariata. Estella si è mostrata molto triste alla notizia. Le ho chiesto di scrivere a Kwinton e chiedergli di tornare ad amministrare il borgo in mia assenza, se lei non se la sente. Ma credo che la mia giovane sorella sia molto più sveglia ed abile in queste cose del mio belligeroso, per quanto valoroso, fratello.
Chiederò a Sidonius di occuparsi di lei così come fino ad oggi ha fatto con me, custodendo i miei segreti.

Tra pochi giorni partiremo verso Fort Schippel e da lì alla volta degli antichi Karak nanici.
Dolce, piccola Beatrix, un lungo capitolo della mia vita si chiude e ne inizia uno nuovo, da me scritto giorno dopo giorno, da me costruito e fortemente desiderato.
Tu sei il ricordo più caro della mia gioventù, un'immagine immortale della mia vecchia casa, del mondo prima della Tempesta del Caos e dell'innocenza perduta di fronte alla distruzione ed al lutto. Tu sei stata il primo scorcio nell'immensità del dolore e della tragedia ma anche fine, speranza e sprone alla mia volontà di cambiare le regole ingiuste cui noi mortali siamo sottoposti.
Mia amica, mia musa, mio primo e perduto, innocente e fanciullesco amore, ti lascio finalmente riposare in pace.
L'ora è giunta di spiegare le ali per la prima volta e tentare il salto fuori dal nido, nella speranza di non schiantarmi, con la determinazione di volare più in alto e conferire davvero una connotazione Nobile e significativa alla mia vita.

Un giorno, in un luogo senza spazio e senza tempo, ti racconterò il resto della mia vita mortale.

sabato 8 marzo 2014

Battesimo di Sangue




Mia Cara Beatrix,
ti scrivo dalle sale ancora parzialmente spoglie del castello in costruzione, riscaldato dal fuoco del camino posso guardare fuori dalla finestra e ritenermi fortunato.
Il borgo è ricoperto di un'uniforme coltre di candida neve, il clima è stato mite negli ultimi giorni ma il cielo costantemente velato da pallide nubi che rendono quantomai incerto l'auspicio di future belle giornate.

Nuovannaio s'è dimostrato un mese pieno di cambiamenti e novità, l'amministrazione del borgo ha iniziato ad offrire le sue prime sfide di gestione e dilemmi morali quando centinaia di rifugiati del nord sono giunti alle nostre porte in cerca di riparo e di un posto dove iniziare una nuova vita.
Una quantità di persone pari a quelle attualmente residenti nel borgo, molte delle quali malate o indigenti. Ho permesso loro di accamparsi fuori dalle mura e disposto che alcuni beni e viveri non indispensabili gli venissero messi a disposizione, ma senza gli aiuti della capitale non avrebbero avuto speranze di vedere la fine dell'inverno.
Quella gente se la sta vedendo davvero brutta, ma è giusto mettere a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini per accoglierli? Ne muoiono alcuni ogni giorno, ma il loro numero resta troppo copioso perché ciò che abbiamo possa essere equamente condiviso e garantirci prosperità.
Mi duole ammetterlo ma la scrematura che il gelo sta operando ci facilita il compito e forse, coloro che saranno abbastanza forti da sopravvivere fino alla primavera, potranno essere accolti come nuovi cittadini di Dustingfurt.

L'altro grande arrivo di questi ultimi giorni è stato quello dell'Esercito Mercenario del Principe Asarnil e del suo Drago Mortezanna. Un vero drago... non ne avevo visti nemmeno durante la Tempesta del Caos.
Estella passa ore a guardare fuori dalla finestra quando l'antica creatura si alza in volo per sgranchirsi le ali o perlustrare la zona.
Gli Asur contano circa un migliaio di unità, sarebbero in grado di radere al suolo Dustingfurt e probabilmente tenere in scacco la stessa Hergig con le loro forze, ho sentito che tra di loro milita perfino un Alto Mago della Torre di Hoeth. Probabilmente in tutti i Collegi non esiste un solo Magister in grado di paragonare le sue capacità ad un simile Signore della Magia.
Da una parte ciò mi spaventa, è qualcosa di completamente al di fuori del nostro controllo, ma le voci su di loro e le loro azioni fino ad oggi li hanno rivelati come ospiti assai graditi. Hanno dapprima offerto un pagamento per poter sostare entro le nostre mura, poi si sono offerti di commerciare viveri e infine, quando le scorte da Hergig sono state dirottate da un gruppo di predoni orchi, ci hanno fornito un drappello di soldati per aiutarci a recuperarle.
Come si può non considerarsi inferiori ad un popolo così onorevole, colto, antico, disciplinato e potente come quello degli Asur? Sebbene il Principe Drago si sia dimostrato degno di rispetto e fiducia non posso fare a meno di sentirmi a disagio in sua presenza, la sua cortesia è distaccata ed ogni favore ha più l'aria di una concessione che di un atto di gentilezza.
Il borgo è sicuramente protetto finché resteranno qui, probabilmente fino a primavera, ma quando saranno lontani non potrò fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.

Accennavo prima ad un'imboscata da parte degli Orchi. Erano un drappello di predoni che contava svariate decine di unità, con tanto di sgorbi e troll al seguito.
Ser Ludwig guidava la carovana di sussidii dalla capitale e loro sono riusciti a catturare tre dei quattro carri e carrozze dirette a Dustingfurt mettendo in fuga la scorta.
Inizialmente pensavo di recarmi sul posto insieme ad un numero limitato di soldati per riprendere il controllo della strada ed individuare il loro covo, poi il Capitano Asarnil ha disposto che alcune sue truppe scelte ci accompagnassero e quindi ci siamo spinti fino oltre il Boccale Solitario, dove i sopravvissuti all'agguato avevano trovato rifugio, alla ricerca della banda di pelleverde.

La mia prima battaglia, nulla di nemmeno minimamente paragonabile al più crudo degli scenari che il più terribile degli addestramenti possa presentarti.
Con Eruin e Tardas che fungevano da apripista, Ser Ludwig alla mia destra e Mastro Glodrin alla mia sinistra, due falangi di soldati Asur che ci proteggevano sui fianchi e gli uomini fidati del Borgomastro Hildebrandt dietro di noi, mi sentivo al sicuro quasi quanto in questa fortezza, come se stessi passeggiando nei suoi giardini invece che addentrandomi negli oscuri recessi del Drakvald, complice forse anche il candore del paesaggio di abeti innevati.
Prima arrivarono gli Sgorbi, un vero e proprio sciame di creaturine urlanti e scalcianti, completamente folli. Si riversarono contro di noi scavalcando gli scudi delle falangi Asur, ma restammo compatti e ne facemmo mattanza in pochi minuti, poi potemmo proseguire con passo più spedito.
I predoni ci attendevano oltre una radura rocciosa, avevano capito di non poterci sfuggire e si erano preparati ad assalirci. Ancora una volta furono i soldati Asur a formare la prima linea su cui si infranse più volte l'orda nemica.
Ho conosciuto la paura e la frenesia dello scontro nel momento stesso in cui i primi pelleverde sono riusciti a farsi largo attraverso le fila elfiche e ci sono piombati addosso urlando inferociti.
Restando compatti abbiamo respinto la prima ondata, ma poco dopo la foga della battaglia mi ha separato dalle mie guardie del corpo e mentre Ser Ludwig mi voltava le spalle mi sono trovato faccia a faccia con due nemici.

Ti assicuro che trovarmi davanti due orchi luridi e rabbiosi armati di asce grondanti sangue è stato l'incubo peggiore della mia vita fatto realtà.
Ho realizzato di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, nonostante la cotta di maglia, lo scudo e la presa sulla spada che è incredibilmente rimasta salda, non ho potuto fare altro che difendermi disperatamente dai loro affondi. Ho sentito fitte di dolore intense al braccio e alla gamba al punto da pensare che mi fossero state amputate di netto, poi ho sollevato lo scudo e sono indietreggiato pensando solo a restare in piedi e non farmi colpire di nuovo.
Porto il braccio sinistro ancora fasciato in petto, zoppico dalla gamba sinistra per via di una brutta contusione, sono vivo e respiro soltanto grazie all'intervento di Ser Ludwig.
Non ho idea del perché ci abbia messo tanto ad intervenire, so solo che frapponendosi tra me ed i miei nemici mi ha dato tempo per reagire e, sebbene ancora spaventato, ho avuto il coraggio di rifarmi avanti.

Beatrix... non ho mai ucciso un essere umano, ne ho affrontati in allenamento durante le lezioni di scherma che mio padre, Sigmar lo abbia in gloria, ha voluto che prendessi, ma trafitto dalla mia lama ho visto morire un predone orco. Gli occhi sbarrati da un colpo sotto la guardia mentre fronteggiava il Cavaliere, non si aspettava il mio attacco, si è voltato verso di me e mi ha fissato stupito, adirato, uno sguardo assassino i cui intenti sono mancati insieme alla forza delle sue gambe. Si è accasciato davanti a me grugnendo una qualche bestemmia nella sua vile lingua mentre l'acciaio della mia spada si trascinava fuori dalle sue verdi carni insieme a quel che restava della sua anima marcescente.

Poi sono sopraggiunti i troll.
Tre, uno dopo l'altro, il primo dei quali ha quasi divorato Matro Glodrin che è riuscito a trascinarsi via grazie all'intervento dei nostri compagni.
Ser Ludwig una volta assicuratosi delle mie condizioni s'è gettato nella mischia, assorbendo con lo scudo e la corazza i possenti colpi di quelle temibili creature, Tardas al suo fianco tempestava il nemico di fendenti con l'Ascia Runica di cui è in possesso, Eruin dalla distanza ha letteralmente crivellato di frecce il nemico mostrando una mira infallibile, senza sbagliare un colpo nonostante la frenesia dello scontro.
Gli Asur si sono battuti con valore ed impeccabile efficienza, i Bravi di Dustingfurt con ardore ed esperienza, io sono semplicemente sopravvissuto al mio Battesimo del Sangue.

Ho scelto questa strada, per quanto in molti possano considerarla una scelta folle per chi, come me, avrebbe la facoltà di scegliere una vita di agio e lusso. Forse è il sangue dei Von Auer che scorre in me, nonostante non abbia le doti belliche di mio fratello Kwinton e del nostro compianto Padre. Non credo più che basti passare la vita sui libri o nelle sale di allenamento, sporcandosi le mani di inchiostro e brandendo spade imbottite, per guadagnarsi il diritto di stare a questo mondo.
Se la Tempesta del Caos ci ha insegnato qualcosa è che tutti abbiamo il dovere di combattere per legittimare il nostro diritto di sopravvivere.
Non sono un guerriero, forse non lo sarò mai, ma le mie conoscenze, le mie capacità e l'autorità di cui sono per diritto di nascita insignito possono fare la differenza insieme ai valorosi che mi accompagnano, non ho intenzione di lasciare che tutto ciò venga sprecato.

Ho scritto già molto, vorrei soltanto aggiungere che l'investitura ufficiale di Ser Ludwig è finalmente avvenuta, sebbene privatamente ed in forma molto più ridotta rispetto a quello che avevo inizialmente preventivato, proprio a causa della concitazione degli ultimi eventi.
Il suo ritardo nell'ultimo scontro poteva costarmi la vita, ma è sicuramente a lui che devo salva la pelle. Finché non sarò in grado di cavarmela da solo devo solo assicurarmi che abbia bene a mente che la Mia vita vale più della Sua proprio in virtù del giuramento che ha fatto. Forse, essendo stato al seguito di un Errante, questo genere di devozione non gli è stata ben inculcata. Mi assicurerò che il concetto sia chiaro e sicuramente cercherò io per primo di essere più prudente in futuro.

Vorrei aver più tempo per approfondire adeguatamente ognuno dei numerosi argomenti che ho trattato e che saturano i miei pensieri, ma il mio dovere ed i miei studi mi reclamano, senza contare che è ora di cambiare le mie medicazioni.
Secondo Sorella Sylvia, e in larga parte grazie alle sue cure, dovrei rimettermi completamente in meno di una settimana.
Ti scriverò di nuovo al più presto per descriverti il progetto di creazione di un gruppo di Guardastrada promosso dal Conte Elettore e gli sviluppi della vicenda dell'Ascia Runica di Tardas, che pare debba essere reclamata da Mastro Goldrin in nome del suo popolo, oltre che i futuri esiti delle esplorazioni di Eruin, in cerca del motivo per cui dei predoni orchi si sono spinti così vicino alla capitale dell'Hochland.

Con devoto affetto.

Per sempre tuo.
                                   H.
Dustingfurt,
 27 Nuovannaio 2525

lunedì 3 marzo 2014

Missiva per Ser Ludwig



Ser Ludwig,
mi rammarico di dover disturbare il vostro soggiorno ad Hergig ed esser costretto ad interferire con le attività che avevate ivi programmato ma ho urgentemente bisogno di un ambasciatore fidato et influente che rechi il mio messaggio.
Il ventiduesimo giorno di Nuovannaio, successivamente alla vostra partenza, è giunto nei pressi del borgo un cospicuo numero di derelitti et rifugiati, esuli dalle loro terre, guidati da un fanatico di nome Luther che dice di aver visto in sogno il nostro fiorente borgo. Dei quasi settecento profughi qualche decina è deceduta a causa di ferite, malanni, freddo o incurabile debilitazione. Soltanto meno di una decima parte dei superstiti sono abili et sufficientemente in forze per lavorare, tutti gli altri sono stati radunati in un accampamento improvvisato al di fuori delle mura del borgo.
I preti di Morr et le sacedotesse di Shallya, nonostante il loro numero esiguo, si sono subito prodigati nell'occuparsi rispettivamente dei defunti et dei malati più gravi, ma la condizione in cui versa la maggior parte di quella gente è assai grave et l'inverno è ancor lungi dal concludersi.
I Von Auer hanno destinato alcune delle risorse dei cantieri edili per approntare un riparo di fortuna, sono state donate parte delle derrate alimentari stipate nel granaio per il fabbisogno invernale del borgo, le attrezzature da campo delle divisioni militari di stanza a Dustingfurt sono state impiegate nell'allestimento di un ospedale da campo a disposizione di cerusici ed accoliti, molti liberi cittadini si sono altresì mobilitati donando di loro sponte agli esuli beni di prima necessità di ogni tipo.

Per il fabbisogno et il sostentamento dei seicento et passa profughi, et a garanzia dell'incolumità degli onesti et devoti a Sigmar cittadini del borgo, i Baroni Von Auer di Dustingfurt, nella persona della Baronessa Victoria Von Auer et del Baronetto Heimerick Von Auer, fanno rispettosamente richiesta al Conte Elettore Aldebrand Ludenhof, Gran Barone dell'Hochland, Maresciallo delle Anse del Talabec, Difensore dei Santuari, Barone di Hergig, di invio di provviste e beni di prima necessità quali coperte, vestiario, medicinali et utensili, accoliti et cerusici che possano assistere i malati, insieme ad una truppa di rinforzo ai già presenti armati che garantisca la sicurezza del borgo et delle fattorie et attività limitrofe.
Le casse di Dustingfurt, nei limiti delle loro disponibilità, faranno fronte alle spese sostenute per venirci in soccorso et si faranno carico del vitto ed alloggio di eventuale personale in supporto.

Nel dettaglio si stima quanto segue:
Profughi indigenti in numero 597
Profughi abili al lavoro in numero 60
Derrate minime giornaliere da destinare ai profughi (in unità di grano): 300
Denaro stanziato per aiuti (in Corone): 500
Truppe a protezione del borgo: 25 Alabardieri e 25 Balestrieri

Premesso che la permanenza entro le mura borgo non verrà concesso ai profughi al fine di evitare il rischio di criminalità, proteste et limitare al massimo il pericolo del diffondersi di un morbo et prevedendo che l'Inverno perdurerà per non meno di altri trenta giorni facciamo umilmente affidamento sulla magnanimità et generosità della Capitale per fronteggiare questa emergenza, chiedendo alle Autorità Costituite, nel caso in cui non fosse possibile sostenere queste persone, come comportarci nei loro confronti rimanendo nella Grazia di Sigmar.

Vi chiedo quindi, Ser Ludwig, vista la criticità della situazione, di affrettarvi nel recapitare personalmente questo messaggio alla corte del Conte Elettore, servendomi fedelmente da portavoce.
Il messaggero che reca questo messaggio vi sarà d'accompagno et fungerà da testimone oculare di quanto testé riportato.
Vi prego infine, una volta recapitato il messaggio et ottenuta risposta esauriente et definitiva, di affrettarVi a raggiungerci a Dustingfurt, giacché la Vostra presenza è di assoluta necessità per la salvaguardia del borgo et per la sovrintendenza delle operazioni di assistenza in corso.

In fede,

Dustingfurt, lì XXII Nuovannaio MMDXXV
H.Von Auer