sabato 29 marzo 2014

Excelsior!




Mia Cara Beatrix,
il tempo negli ultimi mesi sembra aver messo le ali ai piedi e mi ritrovo a scriverti che già si avvicina la fine di Priamistero.
Troverai questa lettera diversa dalle altre perché in essa descriverò cose che non sarebbe saggio vergare su carta. Lascerò questa, come le altre, nelle mani del fidato Sidonius e questa sarà l'ultima che dovrà bruciare sperando che davvero le fiamme e le ceneri al vento arrivino ove nessun messo mortale potrà mai cavalcare.

Sul finire di Sigmarile è finalmente giunto al castello un Magister del Collegio, di cui non farò il nome per rispettare la sua riservatezza, ammesso che, visto il tipo, se ne curi.
Se i miei intenti, come probabile, non sono più ignoti alla Baronessa mia madre allora deve aver deciso di rispettare la mia scelta e di questo le sono infinitamente riconoscente. Estella è stata molto affettuosa nelle lunghe giornate primaverili che ho passato chiuso in biblioteca a studiare il pesante tomo intitolato "De Rerum Aethyrica" che il Magister mi ha incaricato di imparare e comprendere a fondo. Credo anche lei abbia capito che tutto questo mi porterà lontano da loro, ma non si può vincolare un uomo ad un destino che non gli appartiene.
Lo studio del tomo ha richiesto molte più energie e fatiche del previsto, la materia arcana si è dimostrata di notevole complessità, anche rispetto alle articolate nozioni scientifiche e ingegneristiche che ho assimilato e forse il motivo di ciò è che non si basa completamente sull'apprendimento di nozioni logiche e leggi matematiche, ma in larga parte richiede intuito, inventiva e azzarderei anche interpretazione e creatività, come si trattasse di una vera e propria arte.
Inizio a comprendere e ad ammirare sempre di più coloro i quali cercano di ridurre il margine e far convergere le rigide leggi naturali a quelle estremamente volatili dell'arcano, i rinomati Alchimisti, tra le cui schiere aspiro un giorno a militare.
I miei primi passi si sono dimostrati davvero faticosi ed il Magister ha riconosciuto in me del potenziale soltanto pochi giorni fa, a quasi due mesi dal mio primo tentativo. Sarò presto ufficialmente suo apprendista.

I due mesi trascorsi sul tomo del Magister sono stati intervallati da un'urgenza inaspettata. Ser Ludwig ha ricevuto nuove dalla sua famiglia, in fuga da Carroburg per motivi non precisati. Ho ritenuto mio dovere accompagnarlo quando ho visto sul suo volto profonda preoccupazione e altrettanto hanno fatto senza esitazione anche il resto dei nostri compagni.
Avevo necessità di cambiare aria e riflettere su ciò che stavo studiando e non comprendendo, unito al fatto che cavalcare al fianco dei Bravi in una loro avventura è per me un grande onore e che questa volta a guidarci avevamo il benefattore di Dustingfurt: Victor La Rochelle.
Questa volta ho solamente badato bene di non essere loro di peso in battaglia, dato che, inevitabilmente, a circa tredici giorni di cammino da casa, nei pressi del borgo di Middenstag, abbiamo ingaggiato un serrato combattimento in difesa della piccola carovana della famiglia di artigiani.

Cultisti, guerrieri ricoperti di metallo e brandenti asce da guerra, si sono riversati al galoppo contro i miei compagni di viaggio che hanno incredibilmente e valorosamente retto l'urto e combattuto come posseduti dallo spirito di Ulric stesso.
La pioggia di frecce degli Asrai, il tuono delle bocche da fuoco di Glodrin, i letali fendenti di acciaio di La Rochelle, Ser Ludwig e dello zio di quest'ultimo, rivelatosi un valido combattente candidato all'Ordine dei Cavalieri Pantera, hanno lentamente ma inesorabilmente decimato le forze nemiche mentre io cercavo di mettere in salvo gli altri parenti. Ma i nemici continuavano a riversarsi su di noi. Poi, d'improvviso, ho notato una figura che ci osservava, defilata dalle altre.

Cavalcava un destriero pesantemente corazzato dalle cui narici fuoriuscivano miasmi verdastri. Lui stesso era ricoperto di metallo con un elmo cornuto e simboli blasfemi ripetuti in mille intarsii.
Sembrava la personificazione stessa del Signore dei Teschi e lancia in resta alla fine caricò contro Victor La Rochelle, che, mostrando il coraggio di un vero eroe, rispose alla sfida.

I miei ultimi ricordi della battaglia risalgono all'impatto tra le lame dei due cavalieri, ricordo un'onda di energia verdastra, un vento di potere sordo e malevolo che ha investito tutti noi, tutto il campo di battaglia.
Ricordo di essere riuscito a calmare il mio palafreno e di aver fatto appena in tempo ad assicurarmi in sella prima di perdere i sensi.


Quando Glodrin mi ha svegliato il combattimento era finito. Io ancora a cavallo, i carri salvi insieme alla famiglia di Ser Ludwig, anche La Rochelle miracolosamente illeso anche se stordito e nessuna traccia del suo infernale opponente.
Soltanto lo zio di Ludwig aveva riportato gravissime ferite e l'urgenza di portarlo in un borgo e richiedere delle esperte ed imminenti cure mediche fu subito palese.
Una volta a Middenstag cercammo di capire perché un così nutrito gruppo di seguaci del Dio dell'Odio ce l'avesse con una famiglia di artigiani di umili origini di Carroburg e quel che trovammo tra i loro averi è quel qualcosa di cui accennavo esser pericoloso persino scrivere su questi fogli.

Custodito in una semplice scatola di legno bordata d'ottone, sigillato da un semplice nastro legato a fiocco e
da un panno di velluto, trovammo un artefatto di sicura essenza demoniaca. Quella che sembrava essere una maschera metallica si rivelò in realtà un elmo, diviso in due parti componibili.
Non appena Tardas la tolse dal suo involucro tutti potemmo avvertire la sua malvagia essenza pervadere le nostre menti ma in un attimo di lucidità io ed Eruin riuscimmo a chiuderla di nuovo nella scatola, sigillandone di nuovo apparentemente il potere.
Quell'oggetto era in grado di corrompere i nostri animi, sulle sue tracce era un'intera setta di adoratori del Caos e soltanto l'esserne entrati in contatto una singola volta avrebbe potuto condannarci agli occhi del clero di Sigmar.
Chiedemmo spiegazioni ovviamente e decidemmo di fidarci quando lo zio di Ludwig disse di averla sottratta ai cultisti per distruggerla e, non essendoci riuscito da solo, di aver deciso di richiedere l'aiuto dei Maghi Imperiali.

Partimmo di fretta da Middenstag, diretti ad Hergig, al Collegio. Consci che sulle nostre tracce avrebbero potuto già esserci nuovamente i feroci guerrieri di Khorne proseguimmo spediti e quanto più cauti possibile.
Ciononostante una notte accadde qualcosa che ad oggi ancora non so spiegarmi.
Ci coricammo lasciando uno di noi di guardia come al solito, e la notte sembrò trascorrere senza imprevisti se non che tutti il giorno dopo avemmo l'impressione di avvertire nuovamente il potere pernicioso di quell'oggetto maledetto. Ripartimmo come nulla fosse e ci rendemmo conto soltanto grazie ad Eruin che qualcosa attorno a noi non andava.
Avevamo dormito per due interi giorni, o forse nessuno di noi ricordava cosa era accaduto nei due giorni precedenti, eravamo tutti sani, illesi ed esattamente nel punto in cui ci eravamo accampati, la scatola ancora con noi, ma ci rendemmo conto soltanto quando ormai troppo vicini ad Hergig che la Maschera era sparita.
Denunciammo lo stesso l'accaduto al Collegio che ci interrogò separatamente per un giorno e mezzo. Infine ci fu concesso di tornare a Dustingfurt.

La famiglia di Ser Ludwig si è stabilita nel borgo e sta cercando di ottenere i permessi hochlandesi per commerciare convertendo quelli di cui già era in possesso nel Middenland. Ludwig, sebbene lo stesso molto preoccupato dal coinvolgimento di suo zio con i culti eretici, sembra credere nella sua buona fede ed aver rivalutato la sua figura. L'ho sentito fare domande insistenti sull'Ordine dei Cavalieri Pantera, nemici giurati dei seguaci del Caos e credo che abbia un serio interesse nel voler riabilitare a pieno titolo il nome della sua famiglia combattendo i nemici dell'Impero similmente a come mio padre fece ad Hergig per allontanare la vergogna del Conte Auerbach dal ramo cadetto dei Von Auer. Questo gli fa onore.
Nel mese successivo alla vicenda non ci sono state conseguenze dell'esposizione all'artefatto.
Tardas ha trascorso più tempo con la sua compagna ormai prossima al parto.
Eruin molti giorni per conto suo, sembra esser quello che soffre maggiormente la lontananza culturale dal suo popolo qui a Dustingfurt.
Glodrin ha ricevuto la scorta armata che lo accompagnerà a Karak Azul, insieme a due Preti Guerrieri Sigmariti incaricati di accompagnarlo e proteggerlo.
Ludwig ha avuto modo di aiutare la sua famiglia ad ambientarsi e ha trascorso molto tempo nella magione di Victor La Rochelle che sembra essersi del tutto ripreso dallo scontro con il Guerriero del Caos.
Io ho, come già accennato, sostenuto con successo il colloquio col Magister che ripartirà a breve per Hergig e comunicato le mie intenzioni di viaggiare al fianco di Glodrin fino alla sua destinazione.
La Baronessa mia madre non si è opposta sebbene palesemente contrariata. Estella si è mostrata molto triste alla notizia. Le ho chiesto di scrivere a Kwinton e chiedergli di tornare ad amministrare il borgo in mia assenza, se lei non se la sente. Ma credo che la mia giovane sorella sia molto più sveglia ed abile in queste cose del mio belligeroso, per quanto valoroso, fratello.
Chiederò a Sidonius di occuparsi di lei così come fino ad oggi ha fatto con me, custodendo i miei segreti.

Tra pochi giorni partiremo verso Fort Schippel e da lì alla volta degli antichi Karak nanici.
Dolce, piccola Beatrix, un lungo capitolo della mia vita si chiude e ne inizia uno nuovo, da me scritto giorno dopo giorno, da me costruito e fortemente desiderato.
Tu sei il ricordo più caro della mia gioventù, un'immagine immortale della mia vecchia casa, del mondo prima della Tempesta del Caos e dell'innocenza perduta di fronte alla distruzione ed al lutto. Tu sei stata il primo scorcio nell'immensità del dolore e della tragedia ma anche fine, speranza e sprone alla mia volontà di cambiare le regole ingiuste cui noi mortali siamo sottoposti.
Mia amica, mia musa, mio primo e perduto, innocente e fanciullesco amore, ti lascio finalmente riposare in pace.
L'ora è giunta di spiegare le ali per la prima volta e tentare il salto fuori dal nido, nella speranza di non schiantarmi, con la determinazione di volare più in alto e conferire davvero una connotazione Nobile e significativa alla mia vita.

Un giorno, in un luogo senza spazio e senza tempo, ti racconterò il resto della mia vita mortale.

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