mercoledì 22 gennaio 2014

Separati




Il vento batteva feroce sul viso del giovane elfo, le luci del giorno iniziavano a rischiarare il cielo , in un lento trascorrere del tempo la vita sembrava scivolare granello su granello nella grande clessidra che era il mondo. Solitario appollaiato sulla torre di vedetta se ne stava Eruin, immerso nei suoi pensieri.

Anni erano passati da quando decise di partire per il suo lungo viaggio, il giorno della sua partenza sapeva che avrebbe pagato lo scotto dell'essere lontano dalla terra natia. Sapeva che quella piccola ferita si sarebbe ingrandita passo dopo passo, man mano che procedeva lontano dalla sua foresta.

Il tempo per un elfo scorre lento, per questo un momento di infelicità può durare istanti eterni, per questo concetti come tristezza e gioia essendo diluiti in un largo lasso di tempo sortivano effetti meno immediati e rapaci di quanto un uomo potesse provare, ma per lo stesso motivo molto più destabilizzanti. Nessuno al di fuori del popolo elfico avrebbe potuto comprendere questo, per questo agli occhi delle altre razze erano solo esseri imperscutabili e poco inclini alle emozioni, in realtà la storia era ben diversa.

Gli occhi dell'elfo spaziavano all'orizzonte, cambiando le sfumature visibili al cambiar della luce,
immobile, e fiero se ne stava , ad un occhio poco attento poteva sembrare un abbellimento della torre, una statua. Per quanto rimanesse immobile nel fisico , al suo interno un turbinio di emozioni, pensieri girava creando un vortice al quale a stento Eruin riusciva a fare fronte.
Il duro fardello diventava più pesante ogni giorno, sopratutto ora che era rimasto solo , privato anche dell'ultimo legame con le sue terre, con la sua famiglia.

Nel suo cuore riecheggiavano le parole del fratello Nilisir poco prima di partire :
"Una grande prova ci attende fratello ,la più grande di tutte, fatti forza e sii la mia forza, il mio sguardo ad ogni albeggio sarà rivolto verso Corvus, la costellazione a forma di vela. A ricordo di questo momento,  possa l'intricato intreccio delle nostre vite essere sospinto come una vela dal vento della fortuna." 

Molti inverni sarebbero arrivati ma molte primavere li avrebbero seguiti, come il ciclo della Madre ogni giorno ci mostrava, sotto ad uno strato di neve e terra la vita germoglia, cresce robusta, forte, impaziente di farsi strada ed affiorare per sfidare i forti venti. L'albero saggio è l'albero che ha atteso il momento opportuno per affiorare, riparandosi e crescendo all'obmra del forte sole, filtrato dai suoi fratelli, per poi crescere imperioso ed essere a sua volta protezione ed ispirazione per i suoi simili.

Un pensiero si fece strada potente nella mente del giovane guardia via:

"E' tutto scritto , già da tempo, nel grande disegno che è la vita, bisogna solo avere occhi e cuore per vederlo."

venerdì 17 gennaio 2014

In viaggio




Mia dolce Beatrix,
ti scrivo come mio solito mentre migro lentamente verso una nuova meta.
Stavolta il viaggio da Hergig è breve ed invero quasi giunto al termine, giacché la foresta inizia a diradarsi ed odo nuovamente in lontananza il gorgogliare del fiume.
Viaggiano con me mia madre ed Estella, con la quale ci siamo finora divertiti a contare gli scoiattoli sugli alberi e dare un nome alle forme dei mucchi di neve spalati ai fianchi del sentiero.
Ultimamente si è parlato molto bene di Dustingfurt e della sua rinascita, non ti nascondo la mia curiosità ed il mio interesse per un villaggio che dalla devastazione della guerra è riuscito in così breve tempo a raccogliere un così elevato numero di nuovi coloni e, stando a quanto raccontato dal gestore della locanda di mezzavia, è ad oggi ancora interamente gestito da veterani di guerra e avventurieri provenienti da ogni parte dell'Impero. Curioso non trovi?
Ho sempre pensato che tali personaggi fossero villani attaccabrighe buoni al più come Mercenari, Cacciatori di Streghe o Guardastrada, sto per avere l'opportunità di ricredermi.
Ho saputo anche che tra loro sono presenti alcuni Silvani, non mi stupisce che abbiano combattuto il Nemico al nostro fianco, ma mi chiedo cosa li abbia spinti a rimanere, raminghi come sono.
Ed oltre ad essi altro ancora... mia cara Beatrix non immagini quante voci io abbia sentito e quanto io frema dalla voglia di verificarle.

Se ora alzo lo sguardo e sbircio fuori dalla carrozza intravedo tra gli alberi innevati le mura in riparazione di Dustingfurt, so che il villaggio ha recentemente subito un attacco ma ha retto bene l'urto, con gli armigeri al nostro seguito ed una vera amministrazione sarà definitivamente al sicuro.
Scorgo un borgo brulicante di vita, come pochi ne ho veduti da quando la Tempesta è passata, vorrei potessi essere qui con me ad assistere a questo piccolo miracolo ad opera di semplici mortali.

Con devoto affetto.

Per Sempre Tuo
H.