lunedì 8 aprile 2019

La Volpe del Deserto

Lubau.
Dalla finestra di vetracciaio temprato della nave si vede la sagoma del pianeta già perfettamente riconoscibile, mentre la grossa e calda stella Kua inizia a sparire fuori dalla vetrata.

Il pianeta presenta molte particolarità, dall'insolitamente forte campo elettromagnetico che non permette stazioni spaziali in bassa orbita, all'inclinazione di 45° e l'esposizione della stessa faccia alla stella, risultando in un emisfero sud carbonizzato dalla continua esposizione e un emisfero nord gelato nell'ombra perenne. La vita e la colonizzazione è presente quindi solo nella temperata fascia centrale, dove il giorno e la notte si alternano regolarmente. Qui sorgono città e villaggi di vario genere, per lo più immersi in oasi nel vasto deserto o sulle rive dei laghi grandi e piccoli. Uno di questi, l'area conosciuta come Oasi di Mahanji, è la vostra meta. E l'ultimo viaggio di Rashid, il vostro capitano, amico e fratello, le cui ceneri andranno sparse in un luogo sacro al suo popolo.

في الصحراء رائحة الثعلب الماء
Nel deserto la volpe sente l'odore dell'acqua

Ricordate questo detto dei nomadi beri, che Rashid era solito dire di tanto in tanto. Lo diceva anche piuttosto spesso, a ben pensarci, e l'aveva tatuato lungo il braccio, anche se oramai non ci facevate più molto caso. Vi ha spiegato che la volpe del deserto, un animale spazzino simile a un grosso roditore che vive ai margini delle città, può indicare la via per l'acqua e quindi per la salvezza ai nomadi persi nelle dune del deserto; il detto indica che anche chi normalmente viene considerato più un fastidio che una risorsa, può essere fondamentale al momento giusto e nel posto giusto. Avete cercato diverse volte di dargli un altro significato, soprattutto quando lo usava in un contesto differente e troppe volte avete avuto l'impressione che l'interpretasse diversamente a seconda della situazione. Lo avete pure sfottuto a lungo, sulla cosa, e lui alzava le spalle e sorrideva dicendo "E' la saggezza degli anziani". Così tipico di lui...

La vostra nave rallenta il suo viaggio e approccia all'unica stazione spaziale in orbita alta del pianeta. Non essendoci una concorrenza, le tasse di attracco sono più elevate di quello che la decenza imporrebbe e le navette per la superficie sono esose, soprattutto a chi serve un viaggio verso posti meno turistici e commerciali, come Mahanji. Fortunatamente, potete contare sulla vostra navetta personale e vi limitate a pagare il minimo necessario per lasciare la nave sicura in orbita e scendere.


Mentre i motori a gravitoni della piccola navetta sobbalzano nell'attraversamento del campo elettromagnetico iniziate a puntare verso il vasto deserto scendendo secondo il vettore di atterraggio per Mahanji che avete scaricato dal computer di navigazione, mentre a bordo rimanete in un religioso silenzio.
Quando il grosso lago reso azzurro scintillante dalla presenza di minuscolo plancton fotoluminescente inizia a farsi vedere tra la sabbia, stringi tra le mani l'urna cineraria. Mentre la nave decelera e dolcemente piega la forza di gravità per atterrare, ti scopri sussurrare flebilmente
«Siamo arrivati, Rashid. Sei a casa ora»