venerdì 6 dicembre 2013

[29/11/13] Resoconto Equipe Bleu



 Equipe Bleu





La mattina della missione l'assenza di Mark ha comportato l'aggregazione di un membro della brigata Robespierre al gruppo deputato alla copertura della squadra EOS per la liberazione dei prigionieri. L'équipe blue era formata perciò da Renaud e Philippe, due membri della brigata Robespierre e da me, Elizabeth, ed Armand. Alle ore 23:30 ha avuto inizio la missione. Gli obiettivi dell'équipe bleu erano:



1) raggiungere il punto di sbarco della squadra EOS bonificando la banchina della Senna scortando i due prigionieri liberati.
2) raggiungere il punto di rendez-vous sani e salvi facendo saltare possibilmente la via di accesso al sotterraneo in modo da impedire ai maledetti crucchi di seguirci. 

A mezzanotte in punto abbiamo raggiunto la stazione metro dove qualche mangia krauti ha tirato le cuoia. Da quel momento le nostre strade si sono divise. Per raggiungere la banchina abbiamo sfruttato un passaggio sotterraneo medievale che, a parte un innocuo mayor, non ci ha causato troppi problemi. Usciti dal passaggio la banchina sembrava apparentemente priva di pericoli ma ci siamo comunque appostati di vedetta dentro un edificio abbandonato.Guardando verso la Senna l'isola dei Cigni sembrava brulicare di morti. Tutto pareva filare liscio.

All'improvviso dalla Tour Eiffel è arrivato un veicolo con all'interno tre persone, il quale si è fermato proprio sotto la finestra dove eravamo appostati. Ne sono usciti fuori due soldati tedeschi armati ed un terzo legato con una corda ed imbavagliato. La scena che si stava prospettando era una vera e propria esecuzione. Armande, non tenendo conto dei nostri consigli, ha sparato ad una delle due guardie. Per evitare che la guardia sopravvissuta potesse andare ad allertare gli altri nazisti ho sparato un colpo che sfortunatamente ha colpito uno dei fanali della macchina. Prontamente Renaud ha aperto il fuoco uccidendo l'altro soldato. Subito dopo Armande ha sceso di corsa le scale per liberarsi dei corpi con Renaud prelevando il prigioniero e portandolo nel nostro nascondiglio. Senza pensarci due volte ho preso il coltello dando la giusta fine allo sporco nazista.

Sono le 01:00, ancora nessuna esplosione. Armande, sconvolto del mio gesto ha provato a colpirmi al volto fallendo. Ignorando le sue lamentele ci siamo riappostati alla finestra in attesa dell'esplosione. Alle 01:02 il palazzo inizia a tremare. L'équipe rouge sembra aver preso alla lettera le parole di Chef...il suo bicchiere di borgogna deve aver fatto un bel volo.

Contemporaneamente sono iniziati gli scontri alla Tour Eiffel. Armande col mirino del suo fucile ha visualizzato l'avvicinamento di un solo gommone. Il piano ne prevedeva due. Il gommone portava al suo interno un solo membro del gruppo EOS ferito ad un braccio ed i due partigiani liberati, uno ferito ed un altro in stato catatonico. In quelle condizioni non saremmo mai stati in grado di raggiungere il rendez-vous a piedi. L'unica ipotesi possibile era raggiungerlo sfruttando la macchina dei soldati tedeschi. Mentre Philippe stava medicando il membro dell'EOS ed Armande aiutava i due sopravvissuti ad entrare in macchina, Reinaud si è accorto che un altro gommone si stava avvicinando alla nostra banchina. Ci siamo dovuti avvicinare perchè nel buio della notte non era ben chiaro cosa ci fosse al suo interno. Quando ce ne siamo resi conto ormai era troppo tardi...

Dal gommone è saltata fuori all'improvviso una creatura aracnoide mostruosa che si è avventata contro il povero Reinaud avvolgendolo tra le sue molteplici braccia lacerate. Credo di non aver mai visto un essere così terrificante. In quel momento mi sono girata verso i miei compagni esortandoli ad entrare in macchina per scappare. Armande, dopo aver visto la "bestia", è rimasto impietrito strillando dal terrore. Philippe ed il membro dell'EOS, senza tener cura della missione, sono scappati verso la Tour Eiffel. Di loro non abbiamo avuto più notizie. Urlando contro Armande per cercare di rinsavirlo sono andata al posto di guida. Delle chiavi nessuna traccia. In quel momento il ragno con braccia e testa umane è saltato sul tettuccio della macchina lasciando a terra Reinaud gravemente ferito. Armand, riuscendo a trovare il coraggio di tirare fuori il macete ha ferito in testa il mostro. Un urlo di dolore quasi umano ha riecheggiato nell'aria. Di nuovo il terrore ha paralizzato Armande che, ormai succube del mostro, subisce inerme una serie di colpi. La mia pistola sarebbe stata inutile. Sono uscita dalla macchina e, ad una distanza di sicurezza, ho lanciato una molotov contro il mostro. Reiunaud con le sue ultime forze ha scaraventato lontano Armand rimanendo inghiottito dalle fiamme. Il mostro con il corpo completamente circondato dalle fiamme si è tuffato nella Senna lanciando un altro forte grido di dolore, scomparendo tra ne nere acque del fiume. La macchina stava andando a fuoco, per questo ho aperto la portiera aiutando i prigionieri ad uscire.

Armand, nonostante le profonde ferite, era ancora in grado di camminare. Ci siamo diretti nel passaggio medievale cercando una via di fuga. Ormai erano le 2 meno dieci, raggiungere il rendez-vous sarebbe stato impossibile. Mentre io ed i due partigiani ci stavamo avvicinando all'uscita, Armand ha piazzato la carica esplosiva all'ingresso del passaggio facendolo saltare. Usciti da quell'inferno avevamo chiara la situazione: in quelle condizioni sia fisiche che mentali non sarebbe stato facile tornare in sede.

Nella strada deserta abbiamo scorto in lontananza un taxi nero che si è fermato proprio davanti a noi. Non avevamo scelta. Da quel momento i ricordi sono vaghi e poco chiari. Non sapendo bene né come né in quanto tempo ci siamo trovati vicino la nostra sede. Dei due partigiani nessuna traccia e le ferite di Armand quasi del tutto scomparse. E con questo finale bizzarro si conclude la nostra missione. Nel complesso gli obiettivi della missione sono stati raggiunti purtroppo con il sacrificio di Renaud e la scomparsa dei due alleati della Robespierre.

In fede, 
Elizabeth Mimieux.

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