lunedì 5 agosto 2019

Intro - La Città Sepolta

Otto aprì la custodia e ne estrasse con un pizzico di perplessità il rotolo traslucido. Soltanto un istante dopo realizzò che la pergamena era ricavata dal frammento di un'ala di fata e, nonostante le macchie di inchiostro ivi impresse sembrassero non avere alcun significato logico, i suoi occhi si sgranarono come se vi riuscisse a leggere un chiaro messaggio.
Un largo sorriso gli si disegnò sotto la folta barba bianca mentre alzava la testa rivolgendosi alla piccola combriccola seduta al tavolo attorno a lui, omini per lo più fidati e di indiscusso valore che in quel momento continuavano a fissarlo inebetiti: "Non avete idea di cosa sia questa? Volete dirmi che nessuno di voi bifolchi ha mai sentito parlare della città perduta di Khaset At'Dathrez?"

Sono principalmente le leggende del popolo sluagh ad avere riferimenti a tale luogo, racconti della tradizione orale delle genti che vivono tra il Bathur ed il Khashab, di cui oggigiorno quasi nessun altro ha mai sentito parlare. Tali storie possono trovare vaghi riscontri negli annali dei primi boggart, i quali, dopo la Scomparsa del Padrone, cercarono di catalogare tutto ciò a cui loro spettava di aver cura, fino al giorno in cui Egli sarebbe tornato. Con i disordini che seguirono, l'arrivo degli altri popoli, le infiltrazioni, la muffa, il progresso, le guerre e le fragili alleanze molto di questo andò perduto e molto altro finì per essere archiviato su polverosi scaffali delle austere biblioteche del Focolare.
Soltanto oggi, a quasi cento anni dalla fatidica data, grazie alla Fragile Pace ed alla riapertura dei confini, alcuni omini che hanno dedicato la loro vita alla conoscenza, alla scoperta ed alla memoria di ciò che non deve essere dimenticato, hanno la possibilità di rispolverare antichi tomi e riportare alla luce segreti ormai lontani e creduti persi, ingenuamente ignari del fatto che alcuni di essi farebbero bene a restar sepolti.

Khaset At'Dathrez (probabilmente una traslitterazione dal domestico) è il nome in lingua sluagh di una città perduta e disabitata che si dice sepolta nel caldo abbraccio del deserto di segatura. Un luogo, secondo le favole del Bathur, di cui oscurità e silenzio sono gli unici abitanti, nel quale però giacciono ancora dimenticati innumerevoli oggetti appartenuti al Padrone stesso, cose inimmaginabili su cui nessun omino attualmente in vita ha mai potuto posare anche solo lo sguardo e che aspettano solo di essere rinvenute.
I racconti dei nomadi del Khashab parlano invece di un luogo maledetto, sigillato e sepolto per volontà stessa del Padrone, non una città, ma una necropoli in cui gli spiriti inquieti di omini che hanno siglato un Contratto immondo servono una Bestia antica quanto il deserto stesso che non aspetta altro che qualche incauto spalanchi le porte e le renda la libertà.

La reale esistenza di questo luogo ed il punto esatto in cui sarebbe sepolto rimane un mistero, ma fonti accreditate parlano di un ostinato studioso di Astraviya, il Professor Anatoli Plaschev, che dedicò vita e carriera alla causa e subito dopo la fine della Prima Guerra Domiciliare affrontò un rischioso viaggio fino al più remoto angolo della Cantina.
Si dice che infine Plaschev abbia trovato ciò che cercava ma che non sia vissuto abbastanza per rivelarlo al resto della Casa e che l'unico indizio del suo destino e sulle sue scoperte sia stato da lui stesso trascritto sulla membrana delle sue ali, cui avrebbe rinunciato prima di scomparire in via definitiva, senza lasciare alcuna traccia.

Oggi, alla fine del VI anno dall'istituzione dell'Alto Consiglio, una piccola banda di omini è miracolosamente emersa dalla segatura del Khashab dopo lo scatenarsi di una terribile tempesta causata nella Cantina da una folata di vento proveniente dallo spiraglio sotto il soffitto.
In molti sono periti nell'evento e ancora di più sono i dispersi, ma coloro che hanno miracolosamente raggiunto Utu Bathur l'hanno fatto riportando alla luce quella che sembra essere la prima parte di una mappa creduta fantasia, tatuata sulle delicate ali di una fata: "La guida di Plaschev ai segreti di Khaset Ad'Dathrez".
Nella zona alta della città, poco distante dal palazzo dell'Emiro, ospite nel lusso de I Veli di Imrah, un distinto boggart, Mr. Hurtington attende pazientemente che quanto richiesto gli venga finalmente consegnato.

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