venerdì 16 agosto 2019

Il Monaco e l'Inverno

Il tenue sole del mattino di fine inverno illumina le valli della provincia di Ishibei, mentre i primi torrenti primaverili scendono impetuosi dai colli ancora parzialmente innevati alimentando la Grande Risaia al lato della Kinzoku no Michi; manca ancora almeno un terzo del Mese della Tigre, ma l'inverno sta oramai giungendo al termine.
Respira profondamente l'aria del mattino, volgendo lo sguardo ad ovest fino a scorgere la Kaiu Kabe, le cui torri rilucono quasi di una luce innaturale mentre i primi raggi di sole sciolgono del tutto la bruma notturna, e oltre alla sua sagoma le brulle Terre d'Ombra, intoccate anche dai rigori di questo inverno particolarmente duro e rigido. Socchiude gli occhi, mentre affonda i geta usurati dal viaggio nella neve e si concentra ad ascoltare la natura risvegliarsi; poi, come se avesse percepito qualcosa in lontananza, apre bruscamente gli occhi, scuote il capo facendo cadere gli ultimi fiocchi depositati sul kasa, e riprende il cammino lungo il fianco della collina.

La neve ha lasciato il posto al fango già da un po' quando inizia a diradarsi il bosco, lasciando vedere al limite della risaia la Vecchia Torre, ora avvolta dalle impalcature per la ricostruzione ordinata da Hida Sukune in una delle prime ordinanze, per esorcizzare le superstizioni legate ad essa e dare più fiducia ai contadini che passano tutti i giorni lì per andare a lavorare all'alba e tornare al tramonto.
«Per sconfiggere la paura del buio, bisogna iniziare ad accendere le candele» sussurra tra sé e sé soffermandosi a citare il Tao di Shinsei. Una lanterna di pietra a poca distanza dalla base della torre è stata eretta in onore a Kaede "il cui sacrificio ha permesso la sconfitta dell'oni", come recita l'incisione senza menzionare invece chi l'ha creato in prima battuta. Né lo tsukai che ha fatto sì che ciò accadesse, sparito poi nel nulla e cercato inutilmente per mesi nelle province vicine.
Per un breve momento, nota una figura al limitare del bosco dall'altra parte del fiume: il massiccio guerriero che con il nome di Akira fu compagno di spada di Sukune, e il cui ruolo fu centrale nel convincere Kaede a morire onorevolmente e fermare l'oni nascente; da allora diventato un Uomo Onda, ha dato la caccia alle creature immonde che di tanto in tanto superano la Muraglia e si annidano nei territori circostanti. Ha placato la sua sete di sangue? o ne è stato consumato? è tornato per vendetta o guidato dal suo senso del dovere a porgere rispetto al compagno d'arme? Nonostante la lontananza, i loro sguardi si incrociano per qualche istante, e quasi impercettibilmente entrambi fanno cenno di rispetto con il capo, per poi riprendere ognuno il proprio cammino.

Arrivato a valle e rivoltosi verso la cittadina, nota senza problemi stendardi e sashimono con il mon degli Iuchi, la delegazione degli unicorni che hanno attraversato l'Impero in questo mese invernale solo per porre omaggio alla loro fu parente Hida Haruko; sebbene in numero molto esiguo rispetto ad allora, sono sicuramente ben voluti dai cittadini non solo perché parenti della signora, ma anche per il loro apporto nella battaglia contro i kansoshita e il ruolo attivo contro la minaccia diretta dell'Oni; a distanza non si può capire se sia sceso con la delegazione anche lo Shinjo che cavalcando per la città ha dato l'allarme e allertato l'esercito contro le creature non morte, ma seppure nessuno lo biasimasse casomai fosse restato con la sua famiglia nelle terre a nord, sarebbe un peccato perdersi l'accoglienza dei cittadini in questi giorni.
Le luci e gli addobbi di festa allestiti per il Matsuri ricordano infatti il giorno del matrimonio, anche se da allora la cittadina è cresciuta in importanza ed è diventata il simbolo della "nuova" amministrazione del giovane Hida mentre il vecchio Ginawa recede al figlio sempre di più il controllo della regione. Il doshin Osen ha dimostrato ulteriormente la fedeltà al suo signore ed è stato promosso ufficialmente a taicho del cresciuto esercito di ashigaru cittadino quando ha portato all'estromissione dell'appuntato Ryousei, recuperando fondi "spariti" che hanno permesso di portare avanti diversi lavori tra l'ampliamento delle mura cittadine e la messa in sicurezza delle strade, riducendo la presenza di banditi e in generale aumentando il benessere percepito tra la popolazione, grazie anche ad un raccolto abbondante, ma soprattutto ad una più oculata gestione ad opera del nuovo appuntato, il fedele Atsumori scelto da Sukune tra i servitore dei parenti Yasuki della defunta Naeko.
E ripensando ai "parenti Yasuki", viene facile chiedersi che fine abbia fatto la giovane Yasuki, scomparsa mentre andava a cercare aiuto allo Shiro Kinzokyu, nello stesso momento della comparsa dal nulla dello scorpione presentatosi come un "fedele" amico di Haruko-sama. Entrambi si sono rivelati parte attiva e fondamentale nel tentativo di fermare il terribile Kaede no Oni che minacciava il matrimonio, ma se il secondo fin troppo è stato visto in città, della prima nessuno ha saputo più nulla, sparita come le ombre al sorgere del sole.

Arrivato davanti alla porta nord-est il monaco si ferma ad osservare la strada che illuminata dalle lanterne conduce alla piazza centrale, verso il palazzo. Una pattuglia di quattro ashigaru gli passa accanto mentre china leggermente la testa in segno di rispetto il loro capo pattuglia, la giovane Hejiko che si è guadagnata la posizione combattendo onorevolmente durante la battaglia del Kyuden Kinzokyu contro i morti rianimati.

Hoshi prende un respiro profondo e afferra saldamente il suo shakujo e si prepara a varcare la soglia cittadina, simbolica, che una volta gli era preclusa.
E' più di un anno infatti che manca dalle terre dell'uomo che una volta chiamava padre. E' più di un anno che non viene fin quaggiù, ad Okanotetsu.
Ma ora deve rendere onore al piccolo Granchio appena nato che mai lo chiamerà zio.

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