mercoledì 3 giugno 2015

La Linea della Vita e della Morte

   




<<Da questa parte!>>, tuonò il Mulan, spianando la sua lancia per evitare che Doru Barboianu gli arrivasse addosso. Sarebbe potuto scappare, strategicamente qualunque Incantatore che si rispetti l'avrebbe fatto, ma non lui. Lui sapeva che sarebbero arrivati i suoi complici, poteva morire forse, ma più probabilmente poteva ricevere un colpo tale da farlo arrivare ancora una volta vicino alla linea che separava la Vita dalla Morte. D'altronde Kazimir era nato per questo. Se c'era un uomo che non conosceva la paura di morire, questo era lui. E anche questa volta era riuscito nel suo intento, scagliare i suoi infallibili dardi magici contro il suo bersaglio. La lancia aveva fallito, ma non la sua magia innata. Solo Arvidsson si era finora dimostrato così scaltro da annullarla, ma chissà, magari prima o poi avrebbe incontrato di nuovo il Lamordiano, e avrebbe ricambiato la cicatrice rimastagli sul petto, ricordo del colpo di pistola che per poco non l'aveva ucciso. Presuntuoso e determinato, nessuno gli era superiore secondo la sua opinione, era sempre e solo questione di tattica, in qualunque situazione si poteva vincere, ma talvolta la propria cecità impediva di vedere la soluzione che spianasse la vittoria.
Nato quando la madre era già morta, fu selezionato e cresciuto dall'Accademia Rossa sotto la severa guida del grande Araam Bash-eran, che infuse i suoi poteri necromantici nel ragazzo fin da fanciullo per risvegliare in lui le Forze della Non-Vita. Membro più giovane di sempre ad entrare nei Mort-al-Alan, come poteva, Kazimir, avere paura di morire? La Morte non era un mistero per lui, abituato a giocare con essa fin da piccolo. E qualora fosse passato dall'altra parte, il suo corpo sarebbe stato ancora utile all'Accademia, se riportato a Romulai. Come poteva temere la Morte? Il Fallimento, questa era la sua più grande paura. Una vita inutile e anonima sarebbe stata la peggiore punizione per lui, più di mille torture e della più atroce delle uccisioni. Kazimir era convinto che ogni uomo ha il proprio destino, e lui non aveva paura di andare incontro al suo, tanto era già scritto, solo la cecità umana lo rendeva ancora un'incognita. Lui, nonostante tutto, era ancora un uomo, e lungo sarebbe stato ancora il cammino che lo avrebbe portato sempre più vicino a quella linea, quella che per adesso cercava in ogni scontro.
    Il quadrello nel fianco destro, il sangue che cola sulla gamba, Barboianu che affonda la lama nel fianco sinistro dello Stregone, e quest'ultimo che con un sorriso malefico sul volto si lascia vincere dal dolore e dalla fatica, retaggio umano che presto avrebbe superato, ma non oggi, non ancora... Toccava al mezz'uomo e alla diurna finire l'opera adesso, il destino avrebbe mostrato le sue carte, di lì a qualche istante, ma lui non poteva vederle, nemmeno questa volta. Forse un'altra cicatrice o forse quella sottile linea sarebbe stata spezzata, ma non sarebbe cambiato nulla. Non era Kazimir, non era il Rashemani, non era nemmeno Lorenai il punto, ma l'Accademia Rossa: qualunque cosa gli fosse capitata, non avrebbe potuto minare le sue radici, le sue certezze. Non è il singolo che conta, ma il Gesto, l'Ideale, la Setta. Meglio cadere combattendo, che dover tornare a riportare la notizia di un fallimento...
    E allora il Mulan cade ancora. Altri finiranno il lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento a questo post :