venerdì 10 luglio 2015

L'origine del suono


Le ferite dell'esplosione stavano guarendo, l'onda d'urto era stata tremenda ma la consapevolezza del suo arrivo e la buona salute della quale godeva da sempre il giovane bardo fecero la differenza sul peso nella bilancia che rappresentava la sua vita. Ancora una volta il piatto della vita era in leggero vantaggio su quello della morte. Ancora una volta a Warvic era stato concesso di vivere.

I giorni seguenti, da come gli era stato raccontato furono pieni zeppi di eventi, per lo più la situazione di apparente stallo si sbloccò improvvisamente e la lenta guerra politica divenne una guerriglia atta alla vendetta e per ripristinare l'ordine delle cose in favore dei Romanov.

Dovendo passare del tempo a letto, colse l'opportunità per riflettere, strimpellando sulla sua arpa, riguardo i recenti accadimenti su come la sua vita fosse cambiata negli ultimi anni e su come la faccenda si stesse facendo più intrigata di come avesse mai immaginato potesse essere una rivolta. Ripensò ai suoi compagni, figli di una ribellione soffocata sul nascere, ripensò alle serate di bivacco ed al calore tipico del folklore gundarakita, ripensò al fervore dei discorsi intorno al fuoco, pieni di voglia di rivalsa, di giustizia e di speranza. Ripensò a quanto fosse evidente con il senno di poi che quella rivolta, fatta di piccole schermaglie, in realtà non fosse nemmeno lontanamente efficace contro un regime radicato, potente e terribile come quello del Conte.

Si chiese che fine avessero fatto i suoi compagni d'arme, Lo Straniero su tutti, un enigmatico personaggio di cui non era dato sapere più di tanto, che la sua stessa paranoia per la segretezza lo avesse salvato? Seppe parlando con la taciturna diurna che Kuzja , Andrej , Martha , Astrid e Mircej erano stati compagni di Bogdan. Warvic conosceva di sfuggita quel giovane esploratore, ma aveva avuto modo di apprezzare il suo animo schivo ma leale, sempre pronto a sacrificare se stesso per il bene della causa che aveva sposato con fierezza. Una delle poche volte che ci aveva parlato gli aveva confessato che per lui quel posto era una casa, la casa che gli era stata negata anni prima da una famiglia che lo aveva tradito, due volte, si era spaccato la schiena sui campi di quei contadini e nel momento del bisogno era stato venduto da quelli che credeva fossero i suoi genitori.

Il bardo ammirava il coraggio con il quale il giovane Bodo, invece di rassegnarsi al suo maledetto fato, aveva risposto con entusiasmo ed energia alla chiamata del popolo gundarakita, aveva guardato quegli occhi ed aveva tratto ispirazione proprio quando la speranza veniva meno nei suoi. 

Eppure a quel tempo non sapeva chi fosse Bogdan, i piani segreti dello Straniero non erano alla portata di tutti, ben che meno di un umile artista come lui. Oggi quel giovane avrebbe potuto dire la sua, oggi quel giovane così pacato sarebbe stato tramutato in qualcosa di differente. Chissà se la sua lealtà e bontà d'animo si sarebbe  tramutata in una bestia assai feroce, determinata e sopratutto spietata. Quel infausto destino che lo aveva colto forse lo aveva liberato dal peso di una non-vita piena di contraddizioni. 
Aveva sentito di integerrimi personaggi usciti di senno diventati dei nemici formidabilmente spietati, la mente umana deviata da un male così grande poteva diventare un arma piena di cattiveria e ferocia, esattamente come una belva ferita ed in pericolo di morte. Esattamente come un lupo. Chissà cosa avrebbe pensato di queste fantasie quel giovane, chissà come sarebbero stati oggi i suoi occhi.

Riflettendo le sue mani si erano fermate sulle corde della sua arpa, mentre l'eco del fiume di note ancora riecheggiavano nella stanza. Warvic posò lo strumento e rimase in concentrazione per qualche istante, poi disse a voce alta: " Si è così che farà La Ballata del Gundar ".



Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento a questo post :