giovedì 30 luglio 2015

Jester "The Rock"



Non servirono a nulla quel giorno le interminabili ore di allenamento presso la fortezza di Empty Sanctum, a nulla servirono quel giorno le tecniche che aveva a fatica fatte sue, non servì a nulla quel giorno lottare come una belva ferita perchè qualcosa di imprevedibile stava per accadere.
Le possenti mura innalzate a protezione della piccola cittadina di Legrash a nulla servirono quello stramaledettissimo giorno, le guardie non potevano immaginare che tra le loro fila si nascondesse una serpe, quel maledetto cane che eliminò nella notte le sentinelle di ronda aprendo il portone ai predoni.

Jester svegliato dalle urla non ebbe il tempo di indossare tutto il suo eguipaggiamento, prese solo la sua spada ed il suo scudo, disse a Linda, sua sorella di rimanere a protezione dei genitori e di barricarsi in casa, ed uscì cercando di dirigersi nel vivo dello scontro. Ma era ormai troppo tardi, i subumani avevano invaso il centro cittadino, sciamando dal portone principlae spalancato a giorno, dove l'esigua guardia cittadina non si sarebbe mai aspettata un attacco. Si lanciò come un folle all'interno delle fila degli attaccanti, schierandosi fianco a fianco con i suoi compagni, lottò con loro come se non vi fosse un futuro, e per un attimo riuscirno a rallentare l'attacco, attirando l'attenzione dei nemici su di loro. Insieme erano più forti, insieme erano pronti a formare una piccola linea difensiva come avevano imparato e più volte provato in allenamento alla fortezza. La possenza e la forza di Jester diedero nuova speranza ai suoi compagni d'arme ed ai cittadini che scappavano impauriti da case incendiate e dalle spade ricurve di quei banditi vestiti di nero. Avrebbero potuto resistere almeno fino a che le forze non li avrebbero abbandonati, erano riusciti ad indietreggiare fino alla via della speranza, uno stretto corridoio ricavato scavando la dura roccia che collegava le due parti della cittadina divise da una rocciosa collina facente parte dei Monti Zanlis, dalla quale Jester prendeva il suo soprannome "The Rock"

Era evidente che la loro preparazione bellica era nettamente superiore a quella dei banditi che dalla loro avevano invece il numero. Jester ed i suoi erano pronti a sacrificarsi per far in modo che la popolazione avesse il tempo di scappare tramite un cunicolo segreto e sotterraneo verso la pianura che si estendeva al di la del passo Tremble. La cittadina era persa, i corni della torre Hope riecheggiavano nella notte, tra i crepitii di case incendiate che si ripegavano su se stesse ed il fragoroso rumore del cozzare delle metalliche spade durante la battaglia. Jester ed i suoi compagni intonarono la ballata dell'eroe, sapevano che la loro fine sarebbe giunta di li a poco, ma erano consapevoli che la particolare conformazione del villaggio ed il punto nel quale si erano asserragliati per portare l'ultima e strenua resistenza non sarebbe potuto cadere tanto facilmente ne tanto presto.  
Fu li che avvenne un fatto inaspettato quanto repentino, il tradimento, dalle loro fila, proprio accanto a Jester, Kurt , suo amico da sempre, fece un passo indietro e lo colpì alla schiena, la piccola linea difensiva cadde sotto l'impeto dei predoni e Jester ebbe solo il tempo di accorgersi di quello che era successo. Il dolore per l'essere stato tradito da quello che pensava fosse un fratello era più grande del dolore provocato dallo squarcio mortale sulla sua schiena, cadde in ginocchio con il sapore aspro del sangue in bocca e vide un ghigno dipingersi sul volto di Kurt, le ultime parole che sentì furono...."adesso me la spasserò con Linda gran pezzo di merda". Il copioso sangue che usciva dalla bocca di Jester soffocò le sue ultime parole nella sua bocca " Bastardo...tornerò..." 

Un forte respiro e poi un urlo rimbombarono nel laboratorio "...Tornerò..." strappando dei tubi che lo collegavano ad uno strano marchingegno Jester si rizzò seduto sull tavolo dove era adagiato. Ma provò subito un dolore lancinante alla schiena, un dolore talmente forte che gli fece perdere i sensi di nuovo, non prima però di vedere due mani di carnagione scura che lo aiutavano ad adagiarsi su quello strano tavolo gelido. Risuonarono sulle sue labbra, questa volta non più soffocate dal suo stesso sangue le parole "Bastardo....tornerò..."

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