venerdì 2 gennaio 2015

Oltre il velo

Un silenzioso buio mi accolse. Smisi infatti di udire anche il mio respiro ed il battito del cuore. Ogni dolore, straziante sino ad un attimo prima, sparito, sostuito da una innaturale pace dei sensi. L'animo pervaso da speranze: di ricongiugersi ai propri cari da cui mi ero prematuramente staccato e di unirmi ad Hala in un intimo abbraccio come mai mi era stato possibile sinora.

Quest'attimo eterno di pace fu bruscamente interrotto da un doloroso respiro che riempì nuovamente i miei polmoni di aria fresca, facendo di nuovo battere all'impazzata il cuore nel petto. Un rintocco di campana mi scosse e miei occhi, seppur chiusi, furono accecati da una forte luce calda che squarciò il buio profondo da cui eravamo circondati.
La voce di Lukan, lontane alle orecchie, mi richiamava alla realtà chiendendomi ripetutamente come stessi. Guardai intontito il caliban che si avvicinava, non sapendo come rispondere. Le ferite che avevano dilaniato le mie membra sembravano quasi del tutto scomparse e la luce che dapprima mi aveva accecato ora sembrava scaldarmi piacevolmente. Sommariamente potevo dire di star bene, sebbene profondamente scosso.
L'esperienza appena vissuta mi aveva però turbato a tal punto che dopo lunghi secondi non riuscii che a basciare un : "Si, credo di si" assai poco convinto. Difatti una profonda inquietudine aveva iniziato ad  intaccare il mio animo vacillante, in preda a tremendi dubbi.
Mi alzai aiutato da Lukan e mi unii ai miei compagni riuniti intorno a Pan Goe: il nano impugnava un imponente arma dalla sembianze di una campana, da cui scaturiva una forte luce calda. Percepii una potente aura mistica, in cui erano avvolti sia Pan Goe che la sua arma, che riempiva prepotentemente la sala liberata dal demone.
Pan Goe confermò alcuni dei miei dubbi: avevo effettivamente oltrepassato la soglia della vita, seppur per un brevissimo istante. Se sono tornato indietro lo devo solo al nano ed alla sua campana che il sacerdote ha usato per compiere un potente miracolo che mi ha riportato in vita.
Non avevavo mai vissuto un miracolo simile, ne pensavo che Pan Goe potesse essere in grado di compiere miracoli minimamente comparabili a questo. Che io sappia solo il Ministro è così in comunione con la Dea da poter invocare miracoli comparabili a questo. Che il sacerdote nanico dicesse la verità parlando del suo Dio? Forse divintà venerate in altri piani concedevano ai mortali poteri e miracoli inaccessibili a noi fedeli Baroviani?
In quei momenti invidiai molto l'incrollabile fede del mio amico Andrej: a differenza mia neanche nel momento più oscuro, per lui quindi più temibile, ha vacillato. Il mio animo è ancora debole, attanaglianato da tanti dubbi e da troppe domande senza risposta: il Chaos ancora mi domina talvolta portandomi frustrazione e dolore.
Salutammo Pan Goe ed uscimmo dalle sale naniche, pronti a riprendere il nostro cammino. Sino a sera fui di ben poca compagnia per i miei amici: la mia testa era altrove, persa in mille pensiere e per i miei compagni devo essere stato poco più che una marionetta.
Giunto il crepuscolo mi ritirai in preghiera: la lontanza da quel demone maledetto, la comunione con la natura e con la Dea furono un balsamo salvifico per il mio spirito, placando i miei tormenti. Hala illumina il mio cammino ed ogni volta che indugio mi allontano dalla sua saggezza e mi riavvicino al Chaos. In cuor mio so che solamente la sua saggezza può rispondere ai miei quesiti e darmi la sospirata serenità. Ora anche la mia mente è tornata a perseguire senza tentennamenti la strada indicata dalla Dea posso ambire un giorno a trovare la Radura dei Sogni Infranti...

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