venerdì 9 gennaio 2015

Il sentiero interrotto



Pate interrogò Kuzja e Bodo in maniera dettagliata si soffermò, chiedendo più volte all’esploratore come avesse fatto a salvarsi, visto che tutti o quasi i componenti della sua vecchia banda erano o dispersi o morti. Arrivò addirittura ad insinuare che fosse lui il traditore che avesse rivelato la posizione della banda al Conte. In cuor suo Bogdan sentiva mescolarsi sentimenti differenti che inesorabilmente andavano a minare le sue poche certezze, avrebbe voluto dire basta a tutto questo e lasciarsi andare, avrebbe voluto piangere e disperarsi alle terribili notizie che gli venivano riferite, ma sapeva che non poteva permettersi questo lusso. I suoi amici, i suoi mentori, i suoi compagni non c’erano più, quella flebile speranza di poter almeno riabbracciare Rennarth svanì alle prime parole del Segugio. 
Non appena Bogdan chiese informazioni sui suoi amici e componenti della sua banda, inesorabili risuonarono nella spoglia stanza le parole di morte. Pronunciando uno ad uno i nomi dei suoi amici, tra se e se, dovette lottare per ricacciare le lacrime dai suoi occhi, lo sconforto prese il posto dell’agitazione, ed a sua volta lasciò, ben presto il posto alla rabbia. Le nocche si serrarono inconsciamente in un maglio esangue, il suo cuore che batteva all’impazzata per l’eccitazione di ritrovare vecchi compagni, sembrò scandire con i suoi battiti dei rintocchi di una campana suonata a morte, suona per chi aveva condiviso con lui il periodo più bello della sua vita fino ad oggi.
Presto l’istinto del cacciatore tornò alla ribalta, ed iniziò immancabilmente a spingere il giovane esploratore verso la luce della speranza e della vita, coadiuvato dalla crescente rabbia che iniziava a farsi spazio tra i suoi sentimenti. Congedatosi da Pate, che si rivelò fedele ai patti sugellati al tempo della vecchia congrega intimando alla sua nuova banda di lasciarci passare indenni, il gruppo, riabbracciati Astrid e Mircej “ospiti” del Segugio, riprese il cammino verso il Bosco Crudele, che si trovava appena a nord di Cuzau all’interno di un arco descritto dalle sponde del gelido fiume Gundar. Bogdan si strinse nel suo mantello e non parlò, ricacciò con tutta la forza d’animo rimasta quel vortice di emozioni e le parole del suo maestro riecheggiarono nella sua mente come un mantra. Sapeva e lo aveva imparato a sue spese, che un animo pieno di sentimenti ed emozioni ben presto lo avrebbe portato a commettere un errore di valutazione, un errore che in un territorio ostile come quello di Barovia, significava morte certa. 
Pate aveva lasciato un filo di speranza, nel giovane ranger, Hugo il cacciatore era ancora vivo e si vociferava si fosse rintanato nei luoghi che conosceva meglio di chiunque altro, luoghi perigliosi ai quali in pochi avrebbero avuto l’ardire di addentrarsi.  Al suo inseguimento ovviamente si era gettato l’Uccisore con il suo manipolo di morti ritornati, era passato da qualche giorno per le strade di Cuzau, seminando orrore tra i cittadini residenti. Bogdan pensò che un passaggio del genere alla luce del sole in una cittadina popolata, poteva significare solo una cosa, i seguaci dello stendardo nero con un teschio senza orbite campeggiante, non avevano paura di farsi notare, non temevano nessuno. Recuperate le armi di Astrid e Mircej, saggiamente nascoste prima di presentarsi alla banda di fuorilegge di Pate, il gruppo si inoltrò senza paura e con una certa fretta all’interno del bosco, sapendo, dalle informazioni dettagliate ricevute, che l’Uccisore era entrato nello stesso bosco qualche tempo prima, Bogdan e Lukan andarono in avanscoperta per evitare di finire in trappola.
Evitate, non senza alcuni problemi, le sentinelle non morte poste a delimitare il luogo dove l’Uccisore aveva posto il campo, il gruppo giunse, grazie anche alle visioni di Mircej, in prossimità dell’entrata della tana dell’orso gigantesco che infestava quel bosco. Superato un “incontro fortuito”, forse meglio definirlo uno scontro, con un enorme cinghiale, di cui Mircej volle disperatamente provare la possenza, si apprestarono ad entrare nella tana.

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