giovedì 1 gennaio 2015

Dubbi

Bogdan percorrendo le ripide scale della vecchia magione ormai occupata da strani individui pensando tra se e se rimuginava sul recente passato. Le coincidenze che lo avevano portato a convincere il gruppo nel seguirlo verso questa svolta improvvisa degli eventi, lo opprimevano, spingevano sul suo stomaco come un macigno molto pesante e gli sembrava di avere il cuore in gola dalla trepidazione. 

"Avrò fatto bene ? "
" Forse sono stato troppo avventato ? "

Eppure troppi indizi sembravano coincidere, troppi tasselli dall'incastro difficile sembravano accostarsi ed unirsi tra loro con naturalezza.

Chi era questo Pate? Come faceva a sapere tutte quelle cose? Sembrava un tipo sveglio ma nascondeva qualcosa. Mille domande cercavano risposta nella mente di Bodo, e quelle scale sembravano infinite.

Pete aveva uno strano modo di fare, troppo sospettoso, e quel difetto di dizione gli faceva sembrare fosse effetto di un sortilegio, sembrava come se un animale feroce fosse stato tramutato in essere umano. 
Bogdan sorrise tra se e se, mentre rifletteva dove le mille domande avevano portato il suo pensiero...che sciocchezze stava pensando, l'adrenalinico momento stava offuscando i suoi pensieri, di solito fermi e razionali, ora idee gli esplodevano in mente come se fossero onde che si infrangono in un mare in tempesta.

Il loro girovagare, a volte verso una direzione sensata, altre verso direzioni sconosciute, gli faceva pensare ad un tronco in balia delle correnti, in un mare vasto, profondo, gelido e molto pericoloso, dove il gruppo suo malgrado era costretto a nuotare.

Bogdan sentiva il peso delle vite dei suoi compagni di avventura, ormai diventati fratelli nella notte e nella difficoltà, aumentare giorno dopo giorno. La suggestione di questo gli provocava una sensazione di bruciore proprio sul polpaccio dove era impresso quello strano tatuaggio, da quando ridestato in quella carrozza tempo fa, molte domande, giorno dopo giorno, si palesavano nel loro cammino, e le risposte, che erano riusciti a trovare, erano sempre insufficienti a rispondere a tutte le domande.
Una sensazione di frustrazione lo faceva sentire come in quegli incubi nei quali tenti di scappare da qualcosa, hai molto vantaggio, ma immancabilmente per quanto tu ti sforzi di correre veloce, il terreno sotto di te ti frena, diventa inconsistente, scivoloso, e tu non fai altro che annaspare, mentre da fuggitivo diventi preda, con il cuore in gola ti rendi conto che qualcosa sta accadendo ma tu sei impotente e non puoi evitarlo.

Qualcosa stava di sicuro accadendo, e chissà da quanto tempo, che loro fossero una flebile luce in un mondo di tenebre era ormai chiaro. In fondo lo erano tutti i cittadini di Barovia che giornalmente sopravvivevano con affanno ad un ambiente ostile e periglioso, ma loro avevano qualcosa in più, erano braccati dal Conte. 

Non ci voleva un genio per capire che se un essere potente come il Conte li braccasse, poteva significare solo una cosa, che li temeva, o comunque temeva qualcosa che loro possedevano. Nessun predatore sicuro della propria forza investe tante energie e risorse per eliminare dei concorrenti, a meno che non abbia un interesse urgente di farlo.

Nel mentre mille pensieri si affollavano nella sua mente, intasando ed annebbiando la sua razionalità, la porta dello studio venne spinta da Pate, quello che successe dopo fu solo un precipitarsi di eventi, di certo vedere Martha mano nella mano in quel dipinto con Buchvald, non agevolò il districarsi dell'intreccio di domande e dubbi...

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