mercoledì 7 dicembre 2016

L'equilibrio smarrito


I cadaveri dei ragni giacevano li, inerti e in attesa dell'inevitabile decomposizione.
Ancora col fiatone per l'inaspettato sforzo, Galvano ebbe una stranissima sensazione:
quella scena l'aveva già vissuta...ma l'epilogo era stato diverso!
Si giro di scatto verso l'entrata della grotta, come se avesse sentito qualche rumore sospetto ma niente, tutto taceva. Un silenzio profondo...quasi irreale. Si irrigidì, una paura ancestrale sopraggiunge improvvisamente.
Riuscì a controllarsi (il suo primo istinto rea stato quello di fuggire senza guardarsi indietro) grazie alla durissima autodisciplina che aveva acquisito duranti gli anni di addestramento. 'La paura si affronta con l'equilibrio' queste le parole del suo maestro; gli risuonavano nella mente come un mantra come se le avesse sentite in quell'istante.
Cercò con gli occhi i suoi nuovi compagni d'arme in cerca di un qualche conforto ma uno scenario orrendo gli si stampò negli occhi.L’unica via d’uscita (e di entrata) era scomparsa e
tutti erano morti, trucidati; mangiati da dentro, solo le spoglie esterne erano rimaste a testimoniare la presenza di quello che un tempo era un corpo umano.
Chiuse gli occhi per tre volte ma li trovò ancora li.
A quel punto qualcosa si ruppe dentro di se e contemporaneamente una voce lo cominciò a chiamare...era quella sognata più e più volte nelle ultime settimane; era il magistro con la tunica grigia e i paramenti oro. Corse a perdifiato verso l'uscita  ma una mano tentò di sbloccarlo vigorosamente, era il Frate. Si divincolò con una agilità che neanche lui pensava di avere e scomparse nel buio della galleria, ma dopo pochi passi ebbe l’istinto di fermarsi.
Doveva in qualche modo aiutarli anche solo rimanendo li fermo e inebetito per proteggere la via di fuga.


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