lunedì 16 febbraio 2015

Il Monastero

Da quanto aveva varcato la soglia di quel tempio, Andrej era stato travolto da un turbine di attività che avevano quasi nascosto, alla sua mente, quanto di brutto gli era successo fino a quel momento. Come a volerlo sempre con la mente e il corpo occupati il Monach Borja, scelto direttamente da Valerian Reinev, aveva iniziato a seguire con particolare attenzione Andrej, dandogli ulteriori compiti quando a riposo, rimarcando ogni gesto e punendo laddove necessario ogni errore.

Il Monastero dello Scudo dell'Alba non è, infatti, un luogo per deboli, qui sono forgiati i migliori guerrieri del Mattino, coloro che un giorno riceveranno i doni per la vendetta della Luce.
Da tutti i templi del Signore del Mattino, infatti, ogni anno, sono scelti 10 bambini di 6 anni che hanno dimostrato le caratteristiche: fisiche, mentali e di devozione necessarie per diventare i Monach Guerrieri, seguendo l’esempio de “Il Mentore”, il primo Campione dell’Alba. Questi pochi selezionati vengono inviati al Monastero dello Scudo dell'Alba per ricevere la giusta educazione.

Arrivato già grande, ad Andrej non fu facile inserirsi nelle gerarchie e fra i giovani monaci, venne immediatamente isolato poiché molto indietro dal punto di vista culturale; sapendo leggere a malapena aveva difficoltà ne seguire le lezioni e gli insegnamenti teologici. La sua fortuna però fu la propria forza, Andrej infatti staccava già parecchi compagni per stazza, costituzione e tecnica di combattimento, sopratutto con l'arma sacra del Signore del Mattino: la lancia. Il Signore del Mattino gli aveva dato una valida merce di scambio e Andrej era molto capace nello barattare una lezione di combattimento con qualcuno che scriveva le sue orazioni oppure per non andarci con la mano troppo pesante in un combattimento di allenamento.

Quanto venne scoperto, Andrej fu punito molto duramente ma non espulso. C'era qualcosa che impediva di allontanarlo dal Monastero, c'era qualcosa di più che neanche lui comprendeva. Tuttavia vista l'impossibilità di espellerlo, i Monach decisero che Andrej doveva imparare l'umiltà e il rispetto tanto dell'amico quanto dell'avversario e iniziarono a farlo allenare, all'alba dei suoi 13 anni, con i Monach più anziani Questo gli portò non poche cicatrici, ma come dice il detto: "Ciò che non uccide, fortifica" e le sue capacità continuavano a migliorare, a differenza della disciplina.

Ai 14 anni,momento dell'Iniziazione, Andrej peccava di presunzione e di mancanza di disciplina. Fu però l'Iniziazione ha cambiarlo e fargli scoprire la vera via della fede. Ai giovani Adepti infatti veniva data una lancia, simbolo della lotta e della fede nella Luce, e li si lasciava alle pendici della montagna in piena notte. Compito dell'Adepto è quello di rientrare al Monastero, il cui simbolo viene illuminato per l'occasione da 1000 candele, che come la fede vanno curate e mantenute sempre accese, per poter brillare come un faro nel cuore di Barovia.

Quella serata era iniziata nel peggiore dei modi, con nubi cariche di pioggia che balenavano all'orizzonte. Il giovane Andrej e il Monach Borja, suo accompagnatore, erano arrivati alla base della montagna già zuppi. Andrej fu lasciato lì ad attendere l'arrivo della notte dappresso ad un piccolo altare votivo; all'ultimo raggio di luce sarebbe dovuto partire per scalare la montagna. La notte fu un tormento, non solo nel fisico per le ferite nei due scontri che Andrej dovette affrontare con animali e bestie feroci, ma sopratutto per la mente.

La notte e la tempesta possono giocare brutti scherzi. Andrej si sentì quasi impazzire quando fra un bagliore illuminò una figura altera e ammantata di nero che tendeva le sue grinfie su di lui. Il terrore pervase ogni cosa... Le orecchie fischiavano... La vista era annebbiata e il cuore batteva cosi forte da sembrare un minatore che scava la sua via di fuga attraverso il petto.

Inizio a correre per il bosco...
i rami laceravano i vestiti e la pelle...
la pioggia e la grandine sferzavano il volto rigato dalla lacrime...
quando cadde a terra, in preda all'orrore sembrava che ogni cosa fosse perduta....
credeva di rimanere lì per sempre...
...eppure con gli occhi chiusi, riuscì a percepire il calore delle mille candele del simbolo dello Scudo del Mattino.
Ne vide la calda luce che splendeva sul monte.

E lì la sua mente comprese la più grande rivelazione: che per quanto buia possa essere la notte, piena di orrore, arriverà sempre la calda luce del giorno a rischiararla e a dissipare ogni timore.
Da quel momento l'ardore della Fede brillò dentro Andrej. Spinto da questa forza e dalla sua prestanza Andrej si dedicò anima o corpo agli allenamenti e all'istruzione, desideroso soltanto di diventare un baluardo, diventare uno Svaty Mstitel (Santo Vendicatore), il Campione dell’Alba.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento a questo post :