venerdì 1 novembre 2019

Rosso Tramonto

«Taste me you will see
More is all you need
Dedicated to
How I'm killing you
Obey your master!
Master!..»

«Così i giovani di oggi ascoltano questa дерьмо? - chiede Stanislaw con fare disgustato verso i suoi uomini, che fanno spallucce - che fine ha fatto il vero рок-н-ролл??» poi si china verso la radio posata sul cofano della sua auto girando le grosse manopole a cercare un'altra stazione.
«Capo...» accenna uno dei due sgherri che lo accompagnano; lui si gira verso l'uscita del vicolo che fa da atrio al piccolo parcheggio tra i palazzi dove è solito ritrovarsi, e scorge i due uomini avvicinarsi: quello dietro, vestito con abiti anonimi coperti da uno spolverino grigio e un cappello con visiera, puzza di ex militare o di poliziotto in borghese e non sarebbe mai arrivato vivo così a fondo nei sobborghi se non avesse accompagnato l'altro con il volto parzialmente oscurato da un grosso cappello da cowboy sotto al quale si accende pigramente un sigaro oramai quasi spento, un giacchetto di pelle marrone di quelli che vanno ancora di moda in alcuni stati del sud (e da nessun'altra parte al mondo), jeans e stivali da cavallerizzo i cui speroni tintinnano mentre cammina.

«Texano! bene arrivato - lo accoglie Stanislaw con un finto calore emotivo - stavo giusto dicendo che volevo chiamarti...»
«Il mortaio...» accenna con voce fredda
«да! ti stavo dicendo appunto... Abbiamo trovato chi ce l'aveva e fatto un accordo, praticamente era nelle nostre mani, se non fosse stato per quei tipi... tre uomini e una tardona...»
«Una... vecchia signora?» replica con voce molto fredda il Texano
«нет, нет. Una signora, non vecchia... e poi avevano degli sgherri, ci hanno circondato. Ma so che bazzicano alcuni strip club, possiamo trovarli... li stiamo già cercando, vero Vladimir?»
Lo scagnozzo alla sua sinistra si volta e lo guarda con fare interrogativo, poi si accorge che l'attenzione è su di lui e allora si gira e dice «да! praticamente già in nostro pugno»
«Visto Texano? nel giro di qualche giorno, al massimo la settimana prossima...»
Senza proferire parola, il Texano si infila una mano sotto il giacchetto di pelle. I due uomini di Stanislaw afferrano l'impugnatura del mitra che hanno appeso alla spalla. Il tizio vestito di grigio anonimo allunga la mano sotto allo spolverino. Stanislaw si guarda intorno cercando con lo sguardo spaventato il suo fucile che spunta fuori dal sedile posteriore della macchina. Poi il Texano estrae una busta di carta e la porge a Stanislaw, mentre tutti si rilassano e rimettono le mani a posto.
Il russo prende la busta, la apre e scruta dentro, mentre il Texano, sempre con una voce fredda e uno spiccato accento del sud, dice «Per il tuo disturbo. Il mortaio non ci serve più, puoi smettere la ricerca, anche se il Capo potrebbe ancora darti qualche spiccio se lo ritrovi».
Poi tira un'ultima aspirata al sigaro e lo butta per terra, mentre si volta e inizia ad andarsene. Il Rosso tira fuori il mazzo di banconote e inizia a contarle approssimativamente. «E' un piacere lavorare per te, товарищ!»
Il Texano continua ad allontanarsi a passo svelto con le sue gambe arcuate e gli speroni che tintinnano; senza voltarsi alza la mano in segno di saluto ed esclama «до свидания, Stanislaw» poi con la stessa mano si sistema il cappello, e mentre la riabbassa la tiene davanti a sè chiusa e con due dita alzate, che ruota poi di colpo come a fare uno di quei segni che si vedono nei film di militari e corpi speciali.

L'inquadratura si restringe, come se qualcuno stesse osservando attraverso un canocchiale. Poi si sposta rapidamente verso il capannello di russi, oscillando un poco mentre mette Stanislaw al centro. Un piccolo zoom sulla sua testa, una rapida messa a fuoco.
Un uomo, vestito di grigio con un berretto da militare con la visiera dietro alla nuca, imbraccia un grosso fucile da cecchino appoggiato al muretto di un terrazzo. Qualcun altro vestito come lui è lì vicino, accovacciato, con un binocolo in una mano e una radio nell'altra. La radio crepita mentre l'accende e dice «Tango a vista. Falchi in picchiata, ripeto, falchi in picchiata»
Un rumore di sparo, secco, squarcia il silenzio della notte

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