martedì 8 ottobre 2019

Carnevale di Sangue

L'Appuntato prendeva nota: "Quindi Ispettore i delitti sono collegati?"
"Non è forse ovvio?"
L'omino poggiò il berretto sulla scrivania e fece un ultimo tiro dalla pipa di calcare prima di metterla da parte, poi iniziò a passare in rassegna i documenti sparsi che i vari specialisti gli avevano consegnato.

"La notte del 18 Marzo, la vigilia di Ostara, tre ignoti si intrufolano all'interno del condominio e aggrediscono sull'uscio di casa Hasser Baduà, ex-militare, veterano e graduato della Guerra Domiciliare, ritiratosi per entrare nel corpo di guardia personale del suo vecchio superiore, il Miralay Checo Stappacolli. Volevano farla passare per una rapina, ma è stata una vera e propria esecuzione, la testa della vittima è stata spiccata con violenza dal collo dalle mandibole di un coleottero, ancora di modeste dimensioni ma, a giudicare dai segni, perfettamente addestrato al combattimento. Il soqquadro lasciato per casa poi può far intendere che cercassero qualcosa, ma anche che abbiano provato a far passare l'aggressione per una rapina finita male... è chiaro però che la faccenda nasconda dei fini personali, come si può evincere dalla violenza con la quale è stato perpetrato il crimine e da quello che è accaduto la notte successiva, durante i festeggiamenti per la fine del Carnevale. A proposito Appuntato, è stata poi rintracciata l'accompagnatrice?"
Il soldato annuì scattando sull'attenti: "Si Ispettore! Una boggart, Ispettore! Una... accompagnatrice, con le alette rosse finte dietro le spalle... Beh! Non voleva dirci nulla, abbiamo dovuto insistere un bel po' per farle vuotare il sacco. A lei non hanno torto un capello, anzi, le hanno offerto del denaro per far finta di nulla e tacere. Ha raccontato di tre omini, tre sluagh in maschera Ispettore, una femmina e due maschi... e un coleottero, dal carapace dorato. Ha detto di essere corsa via e non aver visto o sentito altro. La versione è stata confermata, quasi del tutto, dalla signora del pian terreno. Ha detto che poco prima di sentire gli spari al piano superiore degli omini avevano chiesto di entrare, ma lei si era rifiutata di aprirgli, ha descritto la maschera di uno dei tre e combacia, poi però si è chiusa in casa e quando son corsi giù dalle scale dopo la colluttazione non ha osato aprire la porta per guardare. Lei però non ha visto coleotteri..."
"Fa niente, quello è indubbio che ci fosse..." continuò l'Ispettore sfogliando un rapporto "...ma veniamo a quanto accaduto la sera dopo, Ostara: il Miralay Stappacolli, alto ufficiale pluridecorato eccetera eccetera della Guerra Domiciliare, ormai anziano, malato e costretto in sedia a rotelle, viene aggredito nella sua stanza da letto e massacrato a colpi di chiave insieme a buona parte dei mercenari presenti in casa e pagati per la sua protezione. Soldi spesi decisamente male."
"Si Ispettore, anche qui abbiamo la testimonianza del suo infermiere che dormiva nella stanzetta accanto, si è nascosto e ha visto due omini irrompere nella stanza da letto e occuparsi di una guardia del corpo e del Miralay, giustiziandoli entrambi brutalmente con un clavischetto ed un ago da duello. Stessa fine che hanno fatto le altre guardie presenti sul piano, altri quattro omini signore, che riposino in pace."
L'altro annuì, sfogliando i disegni con le ricostruzioni della scena del crimine: "Qui c'è scritto che il vecchio non faceva altro che urlare contro le fate, convinto che fosse una vendetta. Non erano fate, ma forse non aveva torto. Vai a prendere la trascrizione della testimonianza del figlio della vittima, Angèo Stappacolli, deve essere ancora sulla scrivania del commissario."

Qualche minuto dopo le carte erano insieme alle altre sulla scrivania: "Insomma... nella tenuta degli Stappacolli fuori Vilezia, che si affaccia sulla Pozza, oltre alle vigne e cantine tenevano anche incontri clandestini tra bestie. E questo ovviamente lo sapevano tutti ma non era un gran problema, vista la notorietà e le amicizie del Miralay e la posizione di suo figlio all'interno dell'Accademia della Mirandola. E mentre nella Pozza sparavano fuochi d'artificio il buon Angèo si divertiva a vedere gechi e topi azzannarsi a morte, sembra che in fondo abbia ereditato lo spirito sanguinario del padre. Quegli omini non erano lì solo per ucciderlo e sapevano cosa cercare, e dove. Il Miralay sembra proprio che fosse un criminale di guerra..."
L'Appuntato sgranò gli occhi: "Cosa Ispettore? D... devo scriverlo?"
"No no no! Ma che sei scemo!? Questa roba finirà sul tavolo di qualche Schiena Dorata con un fiammifero su per il fondoschiena, tieni per te quello che sto per dirti."
"Si Ispettore!"
"Praticamente il buon, si fa per dire, Miralay Stappacolli aveva una bella reputazione nell'Esercito dell'Orda: un vero e proprio sterminatore di fate sin dai tempi della Caccia Selvaggia, che si è guadagnato ogni grado versando il sangue dei suoi nemici. Uno di quelli vecchio stampo, razzisti fino al midollo, che ci teneva a mettere in mostra nella sua lussuosa villa i trofei di decenni di battaglie combattute in mezza Casa. E di questi trofei ce n'erano alcuni che meritavano un posto d'onore, una saletta isolata e ben sorvegliata, nella quale potevano accedere solo i più vicini al Miralay, ex-ufficiali come lui o persone più che fidate, trofei non proprio... legali. Questa saletta era l'obiettivo, forse secondario, non ho ancora capito se fossero lì principalmente per ucciderlo o per trafugare qualcosa, degli assalitori."
L'Appuntato si sedette a fianco della scrivania, poggiandoci il taccuino e riponendo il pennino: "Ho sentito parlare di quella stanza, Angèo l'ha fatta svuotare immediatamente dopo l'omicidio..."
L'Ispettore annuì: "Ed ha fatto bene: l'esistenza di una macabra collezione di ali di fata in casa di una famiglia così in vista a Vilezia non farebbe bella pubblicità né a loro né all'Orda, soprattutto in questo momento storico in cui tutti i popoli sono pronti a saltarsi al collo l'un l'altro. Sono sicuro che la Zarina non aspetta altro che il pretesto per disseminare dei suoi soldati ogni luogo ricco o strategicamente importante della Casa. Ad ogni modo questa cosa verrà taciuta, non vogliamo che qualche fae si immischi nelle indagini e scopra queste cose, anche perché è molto probabile, dai registri che abbiamo raccolto, che il Miralay avesse continuato la sua battaglia personale ben oltre la fine della Guerra. Forse voleva opporsi alla pace, forse il suo odio per le fate era semplicemente troppo vincolato al suo animo marcio..."

"Va bene, ricominciamo a scrivere Appuntato. Gli intrusi uccidono il Miralay, si introducono nella sua collezione privata e rubano alcuni pezzi pregiati, da rivendere a qualche collezionista probabilmente, poi si calano dal balcone con una tenda e scappano verso il molo dove un complice li attende per la fuga in barca attraverso la Pozza."
"Pensa che riusciremo a prenderli Ispettore?"
"Considerando quanto erano organizzati e che sono già passati più di due giorni ormai potrebbero essere ovunque, senza considerare che la pista migliore che avevamo sembra essersi rivelata inconcludente."
"Intende la testimonianza di Angéo Stappacolli sui partecipanti al suo evento?"
"Esatto. All'inizio Angèo aveva puntato il dito senza alcun dubbio su tre specifici omini iscritti al suo evento per far combattere un coleottero dal carapace dorato, Dahabi, casualmente ritirato prima di scendere in campo e sistemato in una gabbia chiusa per finta, sabotata ad arte, dalla quale la bestia è facilmente fuggita al richiamo del padrone. Questi tre pare siano spariti proprio nel corso dei primi scontri. Tre omini che erano stati visti nella cantina dei vini, dove era allestito il rinfresco e che avevano provato ad infilarsi nel corridoio che, casualmente, dava accesso ad un passaggio sotterraneo che dalla vigna conduceva fino al seminterrato della villa del Miralay."
"Sembravano conoscere bene la zona. Ma Ispettore, uno degli omini non era un altro figlio di buona famiglia di Vilezia?"
"Così sembrava: Jàco Zordi, fratello minore di Enrigo e Mènego Zordi, aveva conosciuto di persona Angéo al Torneo di Scherma al quale aveva partecipato appena un paio di giorni prima come esordiente ottenendo discreti risultati, quanto bastava per farsi notare. Angèo aveva quindi identificato lui come uno dei tre ospiti scomparsi, presunti assassini, insieme ad altri due sluagh del Bathur. Abbiamo fatto irruzione a Villa Zordi e lo abbiamo arrestato ma in caserma Angèo non lo ha riconosciuto come lo stesso Jàco Zordi che gli si era presentato giorni prima e che era presente all'evento clandestino."
"Un impostore insomma?"
"Così sembra."
"E ha a che fare con la carta sul cadavere?"
"L'Asso di Fiori? La firma di un assassino, insieme alle ferite letali di un ago da duello. Sicuramente lo stesso omino che ha combattuto al torneo ma qualcosa non torna... e non ho ancora abbastanza elementi per tirare delle conclusioni, anche perché Angèo ha ufficialmente ritirato la denuncia contro Jàco Zordi e si è scusato per il malinteso di persona con Enrigo, che a sua volta ha sporto denuncia verso ignoti..."
"L'Asso di Fiori?"
"Precisamente... uno spadaccino con una maschera bianca dall'identità ignota che si è spacciato per suo fratello minore per intrufolarsi in casa di un altro riccone e commettere un omicidio."
L'Appuntato prese qualche secondo per riflettere: "Penso che questa storia ci creerà dei problemi..."
L'Ispettore sospirò poggiando le carte: "Sicuro. Così come sono certo che Stappacolli e Zordi stiano tramando qualcosa e il tutto sfocerà prima o poi una tumultuosa faida famigliare. Angéo Stappacolli ha avuto solo da guadagnare dalla morte del padre, che oltretutto stava già con un piede nella fossa, ma per onore e orgoglio non può soprassedere sull'assassinio in casa sua del suo vecchio."
"Ispettore... e per quanto riguarda le indagini ora come proseguiranno?"
"Con l'unica pista che ci rimane Appuntato, quella che per ora ci permette di salvare la faccia: i Vermi delle Sabbie. Il Miralay e Baduà assassinati erano a capo di questa compagnia di sluagh del deserto specializzata in guerriglia e agguati. Ci fu uno scandalo qualche mese dopo la fine della Guerra e alcuni soldati del manipolo accusarono i loro superiori di crimini di guerra ma furono dichiarati disertori e imprigionati a Pozzoprofondo. Ho già richiesto al direttore del carcere di verificare se sono ancora tutti lì, ma pare ce ne siano un paio che non sono mai stati catturati dopo la denuncia, omini a cui è stata tolta l'identità e ogni licenza, omini che potrebbero avere avuto un buon motivo per vendicarsi brutalmente degli ufficiali che li hanno incastrati... in particolar modo mi interessa scoprire qualcosa di più di questo qui..."
L'Ispettore avvicina all'Appuntato il manifesto di taglia con il ritratto abbozzato di uno sluagh cornuto: "...Aleikh Khamal."

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