lunedì 4 marzo 2019

Morte Strisciante

La Locanda del Serpente era stata gravemente danneggiata durante gli eventi, l'ultima scossa aveva fatto crollare in realtà gran parte degli edifici di Quollaba e soltanto le solide mura esterne ed alcuni locali interni erano ancora integri e sufficientemente sicuri da poter offrire alloggio.

Il valk uscì, accompagnato da una nube di vapore, dalla stanza in cui per la prima volta dopo settimane aveva potuto detergersi e lavar via sangue rappreso, polvere e schegge residue della tumultuosa avventura appena vissuta.
La tremenda ferita che gli aveva lacerato il fianco era in via di guarigione, cucita in maniera fin troppo vistosa dalle grezze arti mediche di lord Arak, ma quel che ora aveva più urgenza di medicazioni era il setto nasale e l'occhio livido. La sera prima avevano festeggiato la loro vittoria sul demone Ulasha.

"Quando il deserto ci ha risputati fuori dalle sue labirintiche dune abbiamo subito capito che a Quollaba non avremmo trovato ristoro, morivamo di sete e la fame iniziava a farsi sentire, avremmo avuto bisogno di una sosta e invece ci siamo trovati a combattere con gli stessi abitanti che avremmo voluto aiutare assassinando Zanator, oltretutto mutati in orribili uomini serpente. Non credevo che il nostro gesto avrebbe causato tanto scompiglio e non avevo idea che la principessa facesse parte dei congiuranti... mi spiace per quanto accaduto."
L'odalisca che aveva giaciuto con lui quella notte era la più abile nelle arti mediche ed ora si preoccupava di tamponargli il viso, ancora pesto: "Nessuno di noi avrebbe potuto crederci, da una parte pensavamo che assoldando degli sconosciuti la Maledizione, se fosse stata vera, si sarebbe abbattuta su di loro e non su tutti noi... ognuno ha agito secondo il proprio interesse" replicò lei.
"Il Comandante ci ha tradito ed ha pagato con la vita il tentativo di sbarazzarci di noi, quel grasso vizir invece era diventato un'enorme bestia-serpente, ci ha inseguito dai primi momenti in cui siamo tornati in città, braccandoci fino alla torre della regina dove ci siamo barricati, questa ferita..." ribadì Nergui sfiorandosi il fianco "...me l'ha causata lui dopo che l'ho reso zoppo... e prima che lo spedissi nel regno delle anime perdute. Non sento il dolore, non mi ero nemmeno accorto mi avesse lacerato così in profondità finché non ho notato quanto sangue stessi perdendo, è merito di questa pietra che ho raccolto nel deserto, credo sia incantata, credo sia merito suo se non sono caduto."
La giovane donna osservò brevemente la ferita ricucita, soffermandosi più a lungo sul cristallo rosso rubino che al collo del valk sembrava pulsare con il lento ritmo di un cuore calmo: "Invero è una fortuna che tu, che voi, non siate caduti, avremmo perso tutto quanto altrimenti. Quando le serpi alate hanno rapito la principessa e siete andati via per salvarla ho temuto che nessuno sarebbe più tornato indietro e che saremmo morti, o ci saremmo anche noi trasformati in quelle bestie orrende."
Nergui annuì: "Avevamo solo un modo per uscirne, ed era tutti insieme, spezzando la maledizione, uccidendo Ulasha, ammesso che un demone possa realmente trovare la vera morte in questo mondo. Ve la siete cavata bene in quella torre, voi odalische, Unoch, gli eunuchi: le frecce li hanno tenuti a bada, e quando l'Enorme è caduto gli altri si sono dispersi, non potevamo immaginare fosse un diversivo per rapire Zamira."
Finita la medicazione l'odalisca rimase seduta accanto a lui, incuriosita: "Cos'è successo al tempio? Come avete fatto ad abbattere un dio?"
"Come si abbatte qualsiasi altra cosa, con le armi, astuzia e determinazione. Invero le persone con cui viaggio sono i più abili e temibili individui che io abbia mai incontrato: Lord Arak aveva scoperto tra i libri della regina che il Dio Ulasha trae vitalità dai cristalli del deserto rosso, la sua tana ne era piena e li abbiamo infranti come prima cosa. Lejanne, Mosu e Knut hanno assalito il demone prendendo tempo, il volto di Zanator sporgeva tra gli occhi della gigantesca bestia serpiforme, un mostro talmente grande da avvolgere con le sue spire contemporaneamente due persone, la principessa era sua prigionera e da essa la bestia traeva energia vitale, rigenerandosi ad ogni colpo subito. Quando lo abbiamo capito non è stato facile liberarla prima che venisse uccisa, Knut in preda all'ira continuava ad affondare le asce senza capire che ogni colpo inferto al serpente veniva in realtà subito da Zamira, è per questo che ho rivolto l'arco verso di lui ed ho scoccato." Il tono del valk si fece pensieroso "Per un attimo mi ha sfiorato l'idea di mirare al collo, o alla testa, quel barbaro del nord è un folle in preda al rancore e ad istinti omicidi e mi ha sfiorato il pensiero che per un'aggressione avrebbe potuto farmela pagare cara, non avrei speranze se rivolgesse la sua rabbia verso di me. Ma dovevo fermarlo in qualche modo e per fortuna mirando al braccio sono riuscito a distrarlo senza causargli danni. Ha inferto lui il colpo di grazia al mostro dopo che Mosu ha liberato la principessa, non volevo lei morisse ed ero disposto a tutto per restituirle il suo regno, o ciò che ne resta."
La fanciulla ascoltò attentamente ogni parola, rifletté per qualche istante mentre inumidiva nuovamente le garze, poi oso chiedere: "Perché? Per quale motivo dare tutto per salvarla? Non ti sarebbe bastato liberarti della maledizione ed andartene abbandonando Quollaba e noi superstiti al nostro destino?"
Il valk si lasciò sfuggire una breve risata: "Non è così semplice Jadja, sicuramente non è il desiderio di ricchezza a muovermi, né il potere, né la sete di sangue. Sapere che questo regno avrà una seconda possibilità e di aver fatto in modo che voi possiate sopravvivere è il tipo di ricompensa che preferisco, è per questo che faccio finta di niente quando Lejanne divide il bottino e a me spetta la quantità minore. Ti dirò che quel che riesco a racimolare dai lavori che facciamo non lo tengo nemmeno per me, c'è qualcuno, nel nord, che sto cercando di aiutare e proteggere, qualcuno che non desidera che io sia vicino per via delle colpe di cui mi sono macchiato in passato."
"Capisco..." fece lei e preferendo non indagare oltre cambiò argomento "Ma se nello scontro con Ulasha non sei stato ferito come hai fatto a romperti la faccia?"
Nergui sbuffò con aria rassegnata: "Direi che mi è anche andata bene, non crederai mica che un bruto come Knut di Northeim si dimentichi di chi ha osato alzare le armi contro di lui?"

[La Caduta di un Tiranno - FINE]

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