venerdì 21 settembre 2018

Errando per Laitia - Episodio 24

De le Ambre Riunite et Arcani Rituali

Da lungo tempo non calco mano su codeste pagine, non perché qualcosa di brutto mi accadde, né perché iniziai ad indugiare in vizi che distraggono la mente, ma perché ne avemmo di strada et lavoro da fare insieme allo mio novo amico et collega apprendista Pagnotta et la alacre fucina di idee che est, et sempre stato, lo mio mentore: lo Magistro Alburno.

Insieme con li Eclettici Viandanti ci eravamo lasciati che si addentravano in quel di Maro, ne lo abbandonato Cimitero dei Pellegrini (che tanti scongiuri et gesti apotropaici suscitò ne lo bravo Tristano) loco ne lo quale si imbatterono in uno tetro figuro, anzi, a dir lo vero in almeno tre tetri figuri: lo primo fu lo misero et anziano guardiano de lo luogo, che venne messo a riposo prima di potersi lamentare per la intrusione, lo secondo fu lo Magister Latinus, Evocatore de le Entità Luminose et contatto di Magister Samael, che preoccupato de lo incredibile ritardo ne la raccolta de le ambre (sicuramente ignaro di tutti li imprevisti et ostinati antagonisti che ci ostacolavano con determinata solerzia) aveva deciso di mandar rinforzi, et lo terzo fu una vecchia conoscenza de la nostra comitiva, Paulus Valente, pelatissimo Evocatore de le Entità Oscure et braccio destro di Tarquinio de Belloveso, che finalmente, a lo termine di questa sortita, trovò giusta fine et punizione per la empietà de lo suo operato.

Andando con ordine, lo Scarlatto Peregrino aveva individuato la ambra Rufescens in una cripta sotterranea ne lo cimitero, li altri lo raggiunsero et, conosciuto Latinus et stabilito che di lui ci si potesse fidare, si intrufolarono ne lo sotterraneo sorprendendo Valente all'opera in rituali di dubbia moralità. Sistemato lo nemico e la sua scorta a suon di fiamme, fulmini et sonore padellate, poterono tornare in quel di Ertama, padroni di due gemme su tre, solo dopo aver recuperato in Brumia, con lo aiuto de lo mastodontico drago Tyrus, lo ultimo ingrediente mancante per la creazione di quella mancante.
Nuovamente in Calbatisia infine fu lo Magistro Alburno a salire in cattedra dando sfoggio de la alta scientia di cui si fa ambasciatore. Io et lo buon Pagnotta avemmo lo onore di fargli da assistenti ne la creazione de la ambra Caeruleus et ne la trasformazione di pietra in oro, grazie a la Pelle di Basilisco recuperata ne li Fossi sotto la città.
A lo termine de lo processo, dopo molti giorni di lavoro, lo oro fu diviso tra Frandonato, Tristano et Alburno che ne destinò gran parte a la ricostruzione de la Scuola dei Fossi et ripresa economica di Ertama, riuscendo anche a prendere accordi con li Cuccafratti de lo sottosuolo per scambi commerciali et la liberazione di Epirone da Piretro, consegnato ad uno immensamente grato Pagnotta che prese in carico le sue sorti dopo la nostra nuova partenza.

Avremmo voluto rilassarci, la emozione era tanta per le innumerevoli scoperte et progressi, per tutti li esperimenti riusciti, ritrovamenti et formule, ma dovemmo subito ripartire perché Samael attendeva brontolando et ora le ambre erano finalmente tutte e tre in nostro possesso.
Alburno sembrava aver trovato uno degno compagno di conversazione in Latinus, che ospitava volentieri su lo nostro carro, mentre Frandonato et Tristano preferivano svuotare boccali et gonadi in ogni locanda di via presso cui sostavamo.
Giungemmo infine nuovamente in Zolia, su la costa da le parti di Zanio et Viniola, presso la Torre Caldara in cui finalmente ci ricongiungemmo con lo Magister Samael.
Frandonato si convinse solo ora, vedendo lo vecchio amico, che egli non fosse la dama popputa apparsa in sogno di cui mille volte ci aveva narrato, et lo anziano Magister sospirando dimostrò di conoscere ne lo profondo la natura goliardica de li Eclettici Viandanti, professandoli come suoi amici di vecchia data, ma soprassedette dato che la missione era quasi compiuta: andavano solo affrontate uno altro paio di eroiche sfide, probabilmente mortali, per poi finalmente... bé... quel che si stava rischiando ho avuto la impressione che non fosse ben chiaro a nessuno de la compagnia, che preferiva bere et scorreggiare mentre con aria grave lo Magister Samael parlava di ricordi perduti, anime imprigionate, la Spada dell'Equilibrio et lo Libro del Comando.

Glisserò su lo ritrovamento di questo ultimo artefatto, dato che trovo scurrile anche solo descrivere tale tomo parlante, in grado di proferire oscenità tali da appestare le nostre orecchie durante tutto lo viaggio di ritorno. Dirò solo che venne recuperato da una caverna celata ai mortali da lungo tempo cui giungemmo patteggiando con una tribù di ferali Lhome et sconfiggendo una piccola congrega di ominidi puzzolenti et Pelosi che tanto ricordavano la Orzabotta che conoscemmo sotto li Fossi di Ertama.
Fatto sta che sto Libro del Comando servì a Samael per lo passo successivo de la sua, et nostra, missione.

Tornati ne lo Cimitero dei Pellegrini, ne la stessa cripta in cui legnammo Paulus Valente et la sua scorta di Biro Biro arrivammo a lo primo vero punto di svolta de la nostra cerca.
Alburno piazzò in una apposita nicchia, su la sommità di uno arco di pietra, il portagemme di platino con su incastonate le tre ambre: Rufescens, Caeruleus et Chryselectrum.
Ci tappammo le orecchie et lo anziano Samael con lo Libro del Comando iniziò a salmodiare, a lungo et costantemente, fino a che le gemme splendettero et una fitta nebbia occupò lo spazio sotteso da lo arco di pietra, che divenne uno portale tra li mondi.

Lo varco era aperto, et era forse tempo per li Eclettici Viandanti di smettere di cazzeggiare per Laitia et raccogliere le idee, capire lo loro scopo et oltrepassare la soglia che li avrebbe condotti incontro a lo loro destino.

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