mercoledì 13 agosto 2014

LAVINIA LA CIECA





Quello di Lavinia la Cieca è un nome noto in gran parte della Barovia settentrionale.
Lavinia risiede nel Vicolo delle Antichità di Vallaki, è proprietaria di una piccola bottega di articoli esoterici in cui un tempo esercitava anche un'altra professione, quella della Veggente.
Nata da padre vistani e madre baroviana, in Lavinia scorre il sangue del clan Zarovan da cui fu allevata nel campo permanente nei pressi del Villaggio di Barovia. Crebbe condividendo con loro usi, costumi e conoscenze e finì per sposarsi con uno di loro.
Di ciò che avvenne in seguito lei preferisce non parlare, ma sembra che dopo aver partorito molto giovane il suo primo figlio venne allontanata dal clan e abbadonata dal marito e dopo aver viaggiato a lungo senza meta trovò infine rifugio nei pressi di Vallaki, dove iniziò ad esercitare la sua arte di Veggente e si guadagnò una certa fama tra gli arcanisti e studiosi dell'occulto.
Quello di Lavinia la Veggente divenne un nome importante a Vallaki, conosciuto quasi al pari di quello del Toret e del Borgomastro, e sebbene il primo rifiutasse di avere a che fare con lei, non è segreto che Nicolai Ionelus abbia più volte nel corso degli anni cercato il suo consiglio.
Lavinia crebbe suo figlio lontano da suo padre e non ebbe più nulla a che fare con lui e con il resto del clan, si sparsero voci che il ragazzo condividesse con la madre il talento per l'occultismo e la capacità di vedere oltre lo spazio ed il tempo, ma avvenne un fatto che mutò radicalmente lo stato delle cose.
Tra coloro che si recavano nella bottega di Lavinia in cerca di consiglio non era raro incontrare facoltosi boiari o ricchi rampolli di nobili casate in decadenza in cerca di un consiglio per incrementare il proprio potere. Tra questi giunse Svetlana Ivilskova, baronessa e proprietaria terriera che aveva visto nel corso degli ultimi anni dimezzarsi il proprio patrimonio sotto le continue vessazioni dei Von Zarovich e loro boiari. Quello che Lavinia e la Baronessa si dissero rimane un mistero, ma secondo alcuni la conversazione fu molto animata.
Alcuni giorni dopo gli Ivilskovas capitolarono. Un importante investimento con la famiglia Boritsi del Borca si rivelò una truffa, un incendio devastò gran parte delle piantagioni di loro proprietà ed un gran numero di servitori si ribellò saccheggiando e distruggendo le loro proprietà ed abitazioni. Svetlana Ivilskova venne trovata morta, impiccata al maestoso lampadario dell'atrio della sua magione a Vallaki, che da allora venne abbandonata e cadde in rovina.
In molti iniziarono a sussurrare che la responsabilità di tutto fosse della mezzovistani e di una potente maledizione da lei scagliata contro la nobildonna, altri sostennero al contrario che fu proprio la baronessa a maledire la veggente in punto di morte incolpandola del crudele destino della sua casata. Fatto sta che la gente iniziò a temere Lavinia e la presunta influenza che era in grado di esercitare sulle sue visioni.

Lavinia non confermò, né ritirò le accuse. Si ritirò nella sua bottega, rifiutando coloro interessati alle sue divinazioni dicendo di aver perso il dono arcano della vista sul tempo e sullo spazio. Limitandosi al commercio dei pochi e rari articoli in suo possesso vive da allora isolata dal resto della comunità che un tempo la credeva una sorta di oracolo e viene oggi ricordata come Lavinia la Cieca.
Lavinia rimane una personalità di spicco a Vallaki, temuta per aver rovinato una famiglia un tempo nobile e potente e rimpianta per i suoi immensi poteri divinatori misteriosamente svaniti, nella sua bottega senza insegna è possibile trovare reagenti rari e costosi, alcuni antichi tomi arcani e qualche oggetto misterioso dall'utilizzo sconosciuto.
Gli unici a farle visita sono viaggiatori e curiosi, il resto dei baroviani di Vallaki non ha ormai nulla da voler condividere con lei.

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