Avendo superato la dura battaglia
nell’arena, il gruppo si apprestava a far ritorno. Mentre ispezionavano i corpi
straziati all’interno dell’arena, Andrej nota qualcuno che li spia nell’ombra.
Rivolgendosi verso il buio chiede all’essere di palesarsi ma ottiene solo la
fuga da parte di quest’ultimo. Constatato che l’ombra ormai si era dileguata,
anche per paura di incorrere in una trappola, il gruppo consigliato da Bogdan
decide di rinunciare all’inseguimento e con calma si appresta a tornare
indietro. Passando davanti all’unica stanza del piano non esplorata, per un
attimo presi dalla curiosità Andrej, Bogdan, e Lukan convincono un Kuzja insolitamente
pensieroso e silenzioso, ad almeno guardare cosa si cela dietro alla porta.
Aprendo la porta notano che una
luce illumina uno strano amuleto, che incuriosisce Andrej, ma che è chiaro a
tutti e quattro sia un richiamo per farli entrare, decidono di non varcare la
soglia e di tirare un sasso incantato con l’incantesimo luce, per “esplorare”
un pochino la zona. Non appena il sasso lanciato dalla mano di Andrej arriva
all’incirca al centro della stanza, che sembra essere un antico tempio con
colonnati speculari che formano due linee una a destra ed una a sinistra della
porta di entrata, viene avviluppato da una strana foschia, che a Bogdan ed
altri sembra quasi avere la forma di una mano scheletrica. Il gruppo, curioso sì
ma di certo non imprudente, decide saggiamente di non varcare l’uscio nonostante
il richiamo di una voce spettrale. Bogdan di rimando, forte anche del suo odio
profondo verso le creature ritornate in vita, risponde che non c’è nulla che
interessa il gruppo all’interno della stanza. Quasi come a risposta una voce
adirata e glaciale risponde “E allora andatevene“ e di rimando un vento
glaciale fa sbattere la porta di ingresso alla stanza. Il gruppo continua la
sua ritirata verso la superficie.
Arrivati alla stanza della Gargolla,
Andrej confessa al gruppo di aver visto qualcosa luccicare tra i resti del
poverino straziato dalla Gargolla stessa. Disponendosi verso l’uscita, per una
rapida fuga, il gruppo si organizza per avvicinarsi ed andare a curiosare su
cosa effettivamente fosse il bagliore visto da Andrej.
Di lì a poco la Gargolla si anima
ed infuria un combattimento, capendo che il nemico è troppo forte essendo le
loro armi non effettive, il gruppo decide di ritirarsi, non prima che lo
scaltro Andrej nel tafferuglio riesca a raccogliere l’oggetto luccicante.
Scappando a gambe levate il
gruppo raggiunge l’entrata della cripta, Andrej in un eroico slancio rimane
indietro, anche perché appesantito dal suo equipaggiamento e cade proprio sull’uscio
della cripta dopo l’ultimo fendente della Gargolla. Fortunatamente, mentre il
gruppo aveva in mente di attirare la Gargolla lontana, Bogdan si era offerto di
attirarla via, la porta di accesso alla parte sotterranea della Cripta, quella
azionata dalla moneta Terg, inizia a chiudersi e la Gargolla si ritira per non
rimanere chiusa fuori.
Il gruppo si raduna di nuovo nel
punto dove Andrej è caduto e lo soccorre grazie alle cure di Kuzja, malconci
continuano il viaggio di ritorno. Presso l’entrata del cimitero, adiacente alla
cripta, incontrano un drappello di soldati mandati da Frech per scortali fino
alla sua abitazione. Ricevuti i complimenti da parte dei soldati e da Frech
stesso consegnano la spada maledetta. Durante la cena offertagli dal mercante vengono
a conoscenza di alcuni dettagli sull’oggetto e sul fatto che abbia un valore
per collezionisti nonostante la sua pericolosità. E scoprono che Frech non è
interessato alle due monete Terg ancora in possesso del gruppo, l’oggetto
luccicante recuperato da Andrej si è rivelato appunto un'altra moneta.
Al gruppo rimane il dubbio se
quell’ombra incontrata nella cripta fosse o meno uno dei sopravvissuti del
gruppo entrato in precedenza, di certo è che Mircej e Astrid che erano alla
porta della cripta non hanno visto passare nessuno…quell’essere è ancora li
dentro.
La sera il gruppo è finalmente pronto a riposarsi delle fatiche della lunga giornata, ma Kuzja si allontana lasciando agli altri un biglietto in cui dice di aver bisogno di rinsaldare la sua fede, si recherà all'Ospizio (Il Sanitario locale).
Gli altri accettano di buon grado la decisione e si coricano. Durante la notte Lukan viene colto da una sensazione di oppressione, avverte la presenza di qualcuno e sente rumori fuori casa.Senza svegliare gli altri si affaccia e trova una testa mozzata di capra
fuori dalla porta, in lontananza una torcia attira la sua attenzione
dal sottobosco. Lukan segue la scia di sangue verso la torcia e quando
si blocca, timoroso, viene insultato in una lingua sconosciuta che non sentiva da tempo: IMPOSTORE. Lukan torna in casa, e altri insulti arrivano alle sue spalle, Andrej e Bogdan gli si fanno incontro, svegliati dai rumori, i 3 si barricano dentro casa e attendono che la notte passi. Attorno casa continuano ad aggirarsi varie figure per qualche tempo, poi il resto della notte trascorre pacificamente.
Al mattino, quando Andrej, Lukan e Bogdan si svegliano, escono da casa Grau e trovano i muri dell'abitazione ricoperti di scritte di sangue, sono incomprensibili a tutti, tranne Lukan, le frasi in druidico intimano: IMPOSTORE! VIGLIACCO! VATTENE DAL MIO TERRITORIO! SE NON TE NE VAI VERRO' A CERCARTI!
I tre si affrettano a ripulire prima che troppa gente possa curiosare.
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