Un raggio di sole colpisce le foglie che fanno idealisticamente da tetto al villaggio di Vallidol , l’ombra si proietta sul selciato sottostante , mentre i raggi filtranti vanno a riflettersi su di una bottiglia di vetro finemente plasmata che fa bella mostra sul bancone di una delle tante bancarelle presenti nella piazza, dietro ad essa si riflettono due occhietti curiosi di un piccolo bimbo che sorride al caleidoscopio di colori generate dal raggio di sole che rimbalza sul vetro colorato.
La
piazza brulica di persone affaccendate, nonostante il considerevole
numero gli esseri si muovono con una leggiadria ed un ordine del tutto
inconsueto, il brusio del mercato e’ appena percettibile nella
silenziosa calma che la foresta emana, cupole d’argento si stagliano
imponenti nel cielo pur rimanendo ben al di sotto del manto di foglie
delle secolari querce che formano l’antica foresta.
Guglie
con ampissimi archi e pinnacoli finemente decorati guarniscono le
facciate degli edifici piu’ imponenti , argento con filamenti d’oro
zecchino impreziosiscono le strutture fatte per lo piu’ una solida lega e
cristalli sottilissimi che fanno rimbalzare la poca luce filtrata dal
manto di foglie, creando giochi di luce capaci di illuminare la
cittadina come se fosse colpita direttamente dai raggi del sole.
Fine
architettura , e sapiente maestria nel plasmare metalli , cristalli e
preziosi trasuda da ogni singola struttura che compone la cittadella,
dalla piccola casa di umile fattura fino ad arrivare all’imponente e
maestoso palazzo, ogni minimo particolare e’ curato fino
all’inverosimile ed ogni piccolo particolare contribuisce ad un imagine
di insieme di grandezza che si percepisce guardando il paesaggio.
Due
bimbi corrono felici per le strade del mercato , uno piu’ vivace , non
perde occasione per fare capriole e saltellare tra i vari lastroni che
compongono la pavimentazione del viottolo, l’altro imbronciato che lo
rincorre agitando una mano sulla testa e augurandogli di sbucciarsi un
ginocchio al piu’ presto, dietro di loro la madre estenuata sorride di
nascosto , cercando di mantenere una maschera austera da genitrice
richiamandoli alla disciplina.
Il
bimbo piu gracile , porta biondi capelli lunghi raccolti in una treccia
, in una mano agita un fazzoletto bianco con su ricamato il nome
Nilisir, agitandolo schernisce l’altro bimbo che lo rincorre , il suo
sguardo e’ vispo e furbo , controlla con meticolosa precisione ogni
passo che compie , con grazia ed eleganza salta mantenendosi in equilibrio da un ciottolo all’altro.
Galathea
, questo e’ il nome della bellissima donna che li segue con sguardo
attento , con voce dolce ed un accento quasi del tutto impercettibile ,
li chiama a se “ Eruin , Nilisir e’ ora di andare a casa tornate qui “.
I
due bimbi diligentemente si fermano , ma Nilisir non frena la sua corsa
tirando una manata sulla faccia di Eruin , il quale con una smorfia di
dolore restituisce il fazzoletto al fratello , non senza pero’ fargli
notare che e’ sempre lento e goffo come un goblin.
I due ricominciano a schernirsi ma piano piano si avviano verso la bellissima madre.
E’
ormai tardi il vivido giallo dei raggi lascia lo spazio ad un roseo
tramonto che colora l’orizzonte, il cielo inizia a punteggiarsi di
stelle ed una pallida luna si affaccia in punta di piedi nella volta celeste…
Nella
piccola casa di Eruin e Nilisir si respira un aria di allegria in
questa serata, la famigliola ha appena finito di pasteggiare con uno
stufato di patate e cervo, Nilisir ed Eruin giocano con i due nuovi
giocattoli scolpiti per loro dal padre Galdor.
Ad Eruin e’ toccato un lupo da unire al piccolo branco di animali di legno che gia possiede mentre Nilisir pronuncia strane parole di fantasia impugnando nella mano una bacchetta di legno intarsiata.
Ad Eruin e’ toccato un lupo da unire al piccolo branco di animali di legno che gia possiede mentre Nilisir pronuncia strane parole di fantasia impugnando nella mano una bacchetta di legno intarsiata.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento a questo post :