lunedì 30 giugno 2014

Notte senza tregua






* sognando *
"Silenzio....."
"Silenzio.........."

Svegliandosi di soprassalto, a Bogdan riaffiora alla mente la situazione del giorno prima.

" Non può esserci silenzio, che succede ? "
Istintivamente la mano impugna la spada, trafugata ad un cadavere il giorno prima, ed alzandosi di scatto si dirige alla porta, ancora barricata con i sacchi di frumento.
Piano piano sente il suo cuore tornare a battiti normali, l'agitazione passa del tutto quando vede i suoi compagni di sventura, dormire tranquilli, e sopratutto quando sbirciando da un lucernaio sopra alla porta nota che i lupi non ci sono più.

" Salvi ? "

Il suo pensiero va al vecchio che la sera prima gli avenva intimato di allontanarsi dalla sua prorpietà , impedendogli di trovare rifugio, tentativo vano, quando alle costole hai un branco di lupi famelici ed in piena caccia.

"Venderesti anche tua madre in una situazione del gener...."

Improvvisamente un fremito misto rabbia e tristezza pervade il giovane, i suoi occhi si inumidiscono, ed il respiro si fa affannoso.

"Bodo, basta , lo sai che non avevano scelta. E' stato un sacrificio dovuto. E tu non sei carne della loro carne. Devi perdonarli. Devi ricordarli per quel che ti hanno insegnato"

Riprendendosi, si asciuga gli occhi e si ricompone.

" Non devono vedermi così, ho la responsabilità delle loro vite nelle mie mani, sono di nuovo un fratello maggiore, devo essere forte. Non sono più solo."

Nel mentre i suoi compagni, forse svegliati dal rumore , iniziano a destarsi, la notte è stata comunque di riposo, sopratutto perchè erano spossati e privi di forze, nonostante la situazione non fosse idilliaca, la stanchezza ha vinto sulla paura e ben presto tutti sono caduti in fragile ma comunque riposante sonno.

Andrej, invoca la benevolenza del suo dio e ristora le ferite della giovane Martha, che incredibilmente ha superato la notte, ma rimane ancora semi cosciente. Velocemente liberano la porta dai sacchi, non prima di aver però scoperto che ad attenderli fuori, ci sono i proprietari del granaio, armati con armi di fortuna e con due grossi cani al guinzaglio pronti ad attaccarli.

Kuzja Andrej e l'uomo con la gabbia di ferro in testa, si accordano con il mugnaio ed i suoi figli, affinchè ci diano del cibo fresco e ci lascino andare, in cambio delle monente d'argento di cui disponiamo. Bogdan, che nel frattempo aveva preso in braccio Martha, dirigendosi verso il bosco in caso di una fuga improvvisa, le chiede di allungare la mano sulla sacchetta di monente legata alla sua cinta e di nasconderle alla vista del mugnaio e dei suoi figli.

Il mugnaio accetta, e ci fa portare del pane fresco e del latte appena munto, con la ferma richiesta di mangiare in fretta e di andare via di corsa dalla sua proprietà, non vuole fuggitivi in casa sua.
Sembra temere qualcosa, sembra inorridito al pensiero che qualcuno possa scoprire che , suo malgrado, ha ospitato dei fuggitivi.

Il gruppo si rifocilla velocemente e si incammina verso la città vicina di Berez, come appreso dal mugnaio ed i suoi figli, seguendo il sentiero da questi ultimi indicato.
Di comune accordo con il gruppo Bodo, riesce a sottrarre dei vestiti semplici e puliti, sorprendentemente senza farsi scovare dalla famiglai del mugnaio e sopratutto dai suoi due cani.

"E' come se sapessi farlo, dentro di me, so cosa fare, ma non ricordo di averlo appreso, cosa mi è successo in questi anni, perchè ricordo solo quell'orribile mattino..."

Durante il viaggio Bogdan, cerca di ricordare, ma la testa inizia a fargli male, e la sensazione di frustrazione per non ricordare il suo recente passato lo convince del tutto a smettere di farlo.

"Se ho dimenticato , vuol dire che non erano cose piacevoli e quindi è giusto che sia così..."

Sembra dirsi tra se e se, cercando di convincersi.

Arrivati alle porte di Berez, il gruppo constata che la città è sotto l'influenza ed il controllo militare, di quello che , il mugnaio ha definito come " Il Conte ".

Bogdan, ricorda vagamente chi fosse, ed i pochi ricordi che ha sono di paura e terrore, per un essere che di certo non avrebbe pietà per dei fuggitivi come loro.

Il gruppo di comune accordo manda Kuzja a reperire un posto dove passare la notte, e dei vestiti che diano meno nell'occhio, in modo da superare le guardie alla porta della città.
Kuzja ritorna dal gruppo, che nel frattempo lo aspettava fuori città, ben lontano dalla porta, consegnandogli delle modeste tuniche, in modo da potersi disfare degli stracci logori da schiavo che indossavano. Comunica anche al gruppo di aver trovato rifugio per la notte presso panì Sofia , una vecchina che abita appena sopra all' Apotecario.

Mentre Martha, che sembra il fatto suo dimostrando una spiccata attenzione ai particolari ed alla pianificazione, distrae le guardie alla porta, il resto del gruppo, a scaglioni, si introduce in città.

Bogdan , raggiunge facilmente la piazza della città ed individua Kuzja che attende nei pressi del negozio dell' Apotecario, insospettendosi per non veder arrivare , testa di ferro ed Andrej, Bodo decide di andargli incontro. Li raggiunge in un vicolo adiacente la piazza, e subito dopo vengono fermati da una ronda cittadina.

La situazione precipita vertiginosamente, le guardie si insospettiscono vedendo l'uomo dalla testa di ferro, che non fa nulla per nascondere la sua possenza, ed iniziano a fare troppe domande. Andrej decide di consegnarsi alle guardie, ma Bogdan in cuo suo non vuole tornare prigioniero.
Passano interminabili minuti, il ragazzo sente di nuovo la sensazione dei ceppi alle proprie mani, sente di nuovo di dover rinunciare alla sua libertà, ed in un attimo, una forza che non pensava di avere lo pervade. Le sue mani si muovono da sole come guidate dalla forza dell'abitudine e con dovizia colpiscono l'incredula guardia, atterrandola. L'altra guardia in preda al panico fugge, inseguita da un indemoniato Bogdan, viene strattonata ma raggiunge fortunosamente la via principale.

A Bodo ed i suoi compagni non rimane che il tempo di dileguarsi, non prima di aver raccolto armi ed elmo della guardia ferita, ma non morta a terra.

Inizia una fuga disperata, che si conclude con il gruppetto di Andrej, Testa di ferro e Bogdan che si buttano dalla palizzata , che circoscrive Berez, dileguandosi verso un sentiero che si inoltra nel bosco.
All'interno della città , le ronde di guarde sembrano impazzite e controllano casa per casa, arrivano alla porta della vecchia Sofia ed interrogano anche Kuzja e Martha, che fingendosi coppia innamorata, li convincono della loro estraneità con i fuggitivi.

Nel frattempo il gruppo di fuggiaschi, stanchi e piuttosto feriti, ricercano spasmodicamente un posto dove passare l'imminente notte, raggiungendo il cimitero di Berez, stranamente vedono esseri, che sembrano morti, passeggiare tutto intorno, ma le luci del tempio sono accese.
Andrej con un coraggio insospettabile guida il gruppo verso il tempio, scorgendo un simbolo sacro a lui noto, il gruppo viene fatto passare dai morti viventi, che sembrano scansarsi per dare loro passo, ed entra nel tempio.

Ad accoglierli ci sono monach Vladislav e il giovane Zunek, i quali spiegano al gruppo che dopo il passaggio dei Gargoyle D'Ebano, la forza d'elite del Conte, i morti si sono risvegliati impedendo a chiunque di lasciare il tempio. Sembra che il Conte abbia impegnato le sue forze d'armi, nella ricerca serrata e spasmodica di qualcuno. Andrej da la sua parola sull'affidabilità del resto del gruppo qualificandosi come monach del Signore del Mattino a sua volta.

Il gruppo scorpre anche una strana statuetta di pietra, raffigurante una Gargolla, che appoggiata sull'altare del tempio non sembra possibile da rimuovere, che sia in qualche modo connessa con i morti che cammino fuori ?

Il gruppo decide di aiutare Vladislav e Zunek a fuggire dal tempio, ma nel frattempo viene rifocillato e si appresta a passare la notte.

Che sia la volta buona che i tre, da un lato, e gli altri due, dall'altro, riescano a passare una tranquilla notte riposandosi per riprendersi dal concitato recente passato che li ha investiti ?








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